“Questo è quanto recita la nostra Costituzione ma la realtà è ben diversa.
Se ci allontaniamo da tale modello immediatamente vengono meno la democrazia e la libertà di un popolo.
La finanza internazionale, le élite dominanti (Oxe, FMI, Banca mondiale, BCE, Unione Europea, eccetera)  sanno perfettamente tutto ciò ed è per questo che hanno puntato sulla flessibilità, consapevoli che avrebbero incatenato e dominato le masse.
Come Italexit con Paragone vogliamo ridurre al minimo la flessibilità del lavoro ed eliminarla quasi totalmente, facendo distinguo però tra piccole medie imprese e multinazionali che sono quelle che dalle flessibilità traggono i maggiori benefici.
Italexit ritiene che non vi possa essere futuro se non vi è certezza di un lavoro che dà anche dignità per i giovani ma anche per i più grandi.
Italexit  vuole tornare alle regole in essere prima degli interventi distruttivi di Renzi con il suo Job act che ha legittimato demansionamenti e licenziamenti.
Vogliamo recuperare lo statuto dei lavoratori con il reintegro e il risarcimento per licenziamenti illegittimi.
Il nostro programma sul lavoro è, l’eliminazione dei contratti a tirocini e stage, riformando l’apprendistato affinché diventi uno strumento per favorire il precariato ma per dare un orizzonte lavorativo ai giovani.
Anche i contratti a somministrazione che ormai sono “la normalità” vanno aboliti immediatamente.
La contrazione collettiva per eliminare i cosiddetti contratti pirata e l’abolizione della precarietà sono passi fondamentali per ridare dignità al lavoro e ai lavoratori.
La grande sfida della politica verso il mondo del lavoro deve essere fermare la “guerra tra poveri” che sta avvenendo tra soggetti con retribuzioni volte al massimo ribasso.”