23/04/2018 – Via libera al Parmesao e all’extravergine d’oliva di Brisighella Made in Messico dove potranno essere prodotte e vendute senza limiti imitazioni di oltre il 90% degli 817 prodotti a denominazione di origine nazionali riconosciuti in Italia e nell’Unione Europea (293 prodotti alimentari e 523 vini). L’ennesimo furto di identità legalizzato è frutto dell’intesa politica sul nuovo accordo tra UE e Messico. L’Italia nel 2017 ha importato prodotti agroalimentari dal Messico per 86 milioni di euro, mentre le esportazioni sono state di 103 milioni, quasi 1/3 delle quali rappresentate dal vino (33 milioni di euro) che gode già del dazio zero, per effetto del precedente accordo del 2000, e quindi la tutela delle denominazioni avrebbe dovuto rappresentare un obiettivo primario. Il furto di identità delle produzioni più tipiche è un costo troppo elevato per l’Italia che non è certo compensato dalla riduzione delle barriere tariffarie per il formaggio e per la pasta con le esportazioni nazionali che nel 2017 sono state pari rispettivamente a 3,3 milioni di euro e 6,3 milioni di euro, anche per gli effetti della delocalizzazione industriale. Dall’intesa con il Canada (Ceta) a quella siglata con Giappone e Singapore, da quella con il Messico fino alla trattativa in corso con i Paesi del Sudamerica (Mercosur), si assiste – sottolinea Coldiretti – al moltiplicarsi di accordi di libero scambio da parte dell’Unione Europea che legittimano a livello internazionale la pirateria alimentare a danno dei prodotti Made in Italy più prestigiosi. Una scelta masochista della Commissione Europea contro la quale la Coldiretti è impegnata a dare battaglia con una mobilitazione popolare per fermare il cibo falso e proteggere la salute dei consumatori, tutelare l’economia, bloccare le speculazioni e difendere l’agricoltura italiana.