Finalmente! Habemus Papam! Purtroppo, martedì 27 c.m., è stata presentata in giunta la proposta per la realizzazione di una nuova piscina. Purtroppo, perché dalle scarne informazioni che sono attualmente disponibili, vengono confermate le più fosche previsioni.

Ad.Co Lavori S.C.C. ha presentato al Comune di Ravenna la seguente proposta per la realizzazione di un centro fitness e la relativa gestione per un periodo di 25 anni.

L’importo dei lavori ammonta a euro 12.000.085,50 + euro 1.464.497,78 di IVA.

Il Comune contribuirà con un canone pari ad euro 625.000 i primi 11 anni e pari a 500.000 per i successivi 14 anni, al netto degli adeguamenti inflattivi.

L’alternativa all’accoglimento della proposta ed alla realizzazione mediante una operazione di partenariato, è quella di finanziare con risorse finanziarie dell’Amministrazione e di realizzare mediante appalto una nuova struttura.

Il progetto prevede la demolizione della attuale struttura e la costruzione di un nuovo involucro dell’impianto, con il mantenimento degli invasi esistenti delle vasche da 25 e 50 metri, la realizzazione di nuove tribune e nuovi spazi connettivi, nuovi spazi dedicati al fitness ed altre discipline e ad attività ancillari, come un centro benessere, bar e ristorazione, attività medico-riabilitativa e nutrizionale ecc.

Sono previsti sensibili aumenti delle tariffe.

L’attività agonistica avrà un aumento iniziale del 25%, ulteriori aumenti del 25% ogni cinque anni fino al quindicesimo anno. Successivamente verranno adeguate secondo l’indice ISTAT-FOI.

I corsi subiranno un aumento iniziale del 50% , con ulteriori aumenti del 25% al quinto e decimo anno, per poi essere aggiornate secondo l’indice ISTAT-FOI.
Gli ingressi liberi passeranno dai 6,10 euro attuali ad 8,00 euro e saranno aggiornati annualmente secondo l’indice ISTAT-FOI.

Questo significa che per chissà quanto tempo la Piscina Comunale verrà chiusa, senza avere la matematica certezza che un giorno riaprirà! Perché, facendo tutti gli scongiuri possibili, nessuno può garantire che non possano capitare eventi straordinari atti ad interrompere i lavori.

Questo significa che tutte le società sportive (nuoto, pallanuoto, nuoto sincronizzato) dovranno traslocare in cerca di spazio d’acqua in altri impianti, con un notevole aggravio di costi e disagi per tutti. Inevitabile che molti atleti saranno costretti a ridurre sensibilmente se non addirittura interrompere l’attività sportiva.

Questo significa che a Ravenna non ci sarà un centro natatorio accessibile per i disabili in carrozzina.

Questo significa che a Ravenna non ci sarà una piscina comunale con delle vasche all’aperto per una fruizione nel periodo estivo. Esigenza che si è manifestata sempre più sensibilmente negli ultimi anni a causa del mare sempre meno attraente (alghe, meduse, mucillagine e non rari divieti di balneazione) e del traffico sempre più caotico.

Questo significa che tutti gli anni dovrà osservare un periodo di chiusura per il ricambio annuale dell’acqua e pulizia delle vasche o quantomeno un periodo di uso a singhiozzo delle due vasche (attualmente l’uso separato delle due vasche non è possibile). Mentre ad esempio la piscina comunale di Forlì, effettua i lavori nelle vasche invernali durante il periodo estivo e viceversa, non chiudendo mai per lavori di manutenzione ordinaria.

Questo significa che per i prossimi 25 anni, Ravenna avrà una piscina comunale con due sole vasche (o così almeno par di capire) che già adesso si dimostrano insufficienti alle esigenze di attività agonistica e utenza pubblica! Più volte abbiamo denunciato (senza nessun riscontro) che diverse corsie riservate al pubblico, come previsto nel capitolato, sono state invece date in uso alle società agonistiche.

Questo significa una assoluta cecità di quelle che sono le esigenze della cittadinanza ravennate e le opportunità che si possono creare ampliando le vasche esistenti e il loro numero, così da poter organizzare anche gare internazionali. Sarebbe un perfetto connubio tra arte, sport e turismo.

La proposta è molto semplice. Trovare un’area adatta dove far sorgere una nuova piscina, rispondente alle necessità di una collettività sempre più esigente (il nuoto sommato a tutte le altre attività acquatiche è in assoluto il più praticato in Italia) e nel frattempo mantenere operativo l’attuale impianto.