Il testamento di Hernan Cortes, il conquistatore del Messico, il Codice di Santa Marta, realizzato tra il periodo angioino e il XVII secolo per raccogliere gli emblemi araldici della nobiltà del Regno delle Due Sicilie realizzati da grandi artisti e miniatori e decorati con foglie d’oro e d’argento,  documenti pubblici dal ducato bizantino fino al regno borbonico, con l’esclusione dei fondi angioni e aragonesi distrutti durante la seconda guerra mondiale nell’archivio di Stato di Napoli; il lavoro degli archivisti nell’Archivio di Stato di Firenze in questo periodo di chiusura forzata, con le ricerche richieste telematicamente dagli utenti, la ricognizione dei depositi per verificare la conservazione dei documenti tra cui il prezioso Statuto dei Podestà del 1415, la prosecuzione dell’inventariazione dei faldoni e delle filze, il riversamento digitale degli inventari manoscritti e il lavoro per rendere disponibile on line una descrizione dettagliata dei fondi conservati, la diffusione on line del patrimonio digitalizzato; i documenti più importanti della storia del casato estense all’archivio di Stato di Modena, entrambi del 1598: l’Investitura Imperiale, volume in pergamena d’agnello scritto a lettere d’oro con cui l’Imperatore del Sacro Romano Impero Germanico Rodolfo II riconosce legittimamente Cesare D’Este come Duca di Modena e Reggio; e la Bolla Concistoriale segnata dai cardinali e da Papa Clemente VIII che riporta le Convenzioni Faentine, ossia la resa incondizionata degli estensi al potere pontificio.

Tutto questo è visibile nei tre video pubblicati con l’hashtag #iorestoacasa nel canale YouTube del Mibact agli indirizzi https://www.youtube.com/watch?v=JEPnly3adys per Firenze, https://www.youtube.com/watch?v=wnMu2Chbf2E per Modena e https://www.youtube.com/watch?v=S8u_8mAvC24 per Napoli.

In questo periodo in cui musei, parchi archeologici, biblioteche, archivi, teatri, cinema sono chiusi a casa dell’emergenza coronavirus, il Mibact, attraverso un impegno corale di tutti i propri istituti, mostra così non solo ciò che è abitualmente accessibile al pubblico, ma anche il dietro le quinte dei beni culturali con le numerose professionalità che si occupano di conservazione, tutela, valorizzazione. Attraverso il sito e i propri profili social facebook, instagram e twitter il Ministero rilancia le numerose iniziative digitali in atto.