foto di repertorio

L’attuale situazione, data dall’emergenza del Coronavirus, ha posto nuove problematiche nello stabilimento di Marcegaglia a Ravenna. Lo denuncia la Fiom:

“Sin dal 27 febbraio ci siamo prodigati, come Fiom Cgil, nel tutelare i lavoratori e nel contrastare pratiche illegittime che l’azienda stava unilateralmente attuando, quali la richiesta di certificare la propria salute tramite un questionario firmato e la misurazione coatta della temperatura corporea. Si tratta di azioni unilaterali che vanno oltre la legge e si ripercuotono sulla privacy e la salute dei dipendenti e le normative che le tutelano (Art.5 legge 300/1970, Decreto del governo sul coronavirus che prevede che sia solo personale della sanità pubblica ad operare, e la normativa sulla privacy). Azioni che non possono essere giustificate dalla paura del momento. Le leggi vanno rispettate sempre. Tali pratiche sono contrarie a quanto stabiliscono diverse normative, non ultimo lo stesso decreto del Governo proprio in materia di coronavirus.

Dopo la nostra azione del 4 marzo l’azienda è tornata nell’alveo delle azioni legittime, limitandosi ad una informativa sui comportamenti da tenere e lasciando la misurazione della temperatura ad una volontarietà. Questi fatti però pongono diversi interrogativi. Ci chiediamo ad esempio che incidenza abbia, in un momento come questo, collegare una parte consistente del premio, che sarà assegnato da Marcegaglia ai lavoratori, a un limite di 10 giorni di malattia annuo.

Come Fiom Cgil ci siamo attivati per tutelare i lavoratori in termini di privacy e salute e rimaniamo vigili in tutta la provincia perché in una situazione così complicata le aziende non passino i limiti consentiti”.