Il consigliere comunale del Gruppo Misto Emanuele Panizza ha depositato due interrogazioni dedicate al progetto della nuova piscina comunale. Secondo il capogruppo Panizza sono diversi i dubbi che il nuovo progetto solleva fra i fruitori della piscina e quindi fra la cittadinanza ravennate.

Le due interrogazioni:

“Le proposte contenute nel Piano di Gestione della piscina comunale integrata al nuovo progetto, lasciano dei punti in sospeso e sollevano interrogativi che necessitano di una risposta chiara e che non lasci spazio ad interpretazioni.

La società Pool 4.0, che attualmente gestisce l’impianto è partecipata al 51% da Ar.Co Lavori s.c.c. , ossia coloro che hanno presentato il progetto di finanza ritenuto di pubblica utilità da questa Giunta.

È assodato che la società Pool 4.0. si è scontrata diverse volte con gli uffici comunali competenti, a causa del non rispetto delle clausole scritte nel capitolato di gestione. Violazioni che hanno anche comportato la presentazione di un esposto all’Autorità giudiziaria da parte del Gruppo Misto.

Come dichiarato nella loro stessa proposta:

“La piscina è un “servizio pubblico” unico tra gli impianti sportivi: la consapevolezza di essere “al servizio” della città e dei cittadini ci muove ad offrire a proporre un servizio ampio alla collettività”, ma poi leggendo la ‘proposta’ emerge che a fronte di un sensibile aumento del costo del biglietto d’ingresso per l’utenza; del sensibile aumento del costo dell’acqua per le società sportive e dell’aumento spropositato del canone annuo a carico del Comune; nonostante i materiali dei nuovi edifici e le nuove tecnologie degli impianti consentano notevoli risparmi energetici e sia stato concesso di poter offrire ulteriori servizi per aumentare la redditività dei gestori, ad esempio: palestra, spa, ristorante, centro benessere, un centro fisioterapico, la fruibilità è addirittura inferiore.

Ci sono vincoli e clausole che vanno ad aumentare ulteriormente il costo per fruire dell’impianto che non sono determinati, e ciò non è accettabile dal punto di vista economico, ma soprattutto dal punto di vista della sicurezza:

– l’uso del fon e della doccia sarà a pagamento per tutti.

Qual è il costo per fare una doccia ed asciugarsi i capelli? Si va a gettone? Quanto dura l’acqua o l’aria calda? È evidente che un bambino o una persona minuta utilizza meno acqua di una persona imponente, come è evidente che una persona con i capelli molto lunghi necessita di utilizzare il fon più a lungo rispetto ad una persona con i capelli corti. Non è accettabile e sarebbe discriminante determinare il costo e quindi la possibilità di accedere ad un servizio indispensabile come quello della piscina a parametri così aleatori.

Per le sole società sportive:

– le società concessionarie saranno direttamente responsabili dell’assistenza bagnanti delle corsie a loro riservate dal quadro orari (il gestore lo mette a disposizione a pagamento). 

– la copertura obbligatoria del DAE (defibrillatore), sarà necessariamente posta sotto la responsabilità diretta degli assegnatari con propri addetti debitamente formati (il gestore lo mette a disposizione a pagamento).

Il servizio di assistenza ai bagnanti così come l’addetto all’uso del defibrillatore devono essere forniti sempre e comunque per tutti da chi gestisce l’impianto direttamente o in subappalto con personale formato e competente. È troppo alto il rischio che qualche squadra per risparmiare tali costi demandi talune responsabilità a propri atleti o istruttori che non fanno quello per lavoro e magari all’occorrenza non sono preparati o nelle condizioni migliori per farlo. Magari capita che abbia bisogno proprio l’atleta ‘bagnino’ che si sta allenando. Non si rischia con la vita delle persone, agonisti o non.

Di conseguenza diventa chiaro ed evidente che la vasca olimpionica (50m) in primis e quella corta (25m) in secundis, possano essere chiuse al nuoto dell’utenza libera in determinati orari per risparmiare sul servizio di assistenza ai bagnanti.

– le tariffe ‘agevolate’ per agonisti e attività master richiede che tutti gli atleti presenti in corsia debbano presentare la prova provata di aver partecipato alle gare allegando i risultati federali della stagione precedente.

Questa ‘fiscalità’ non tiene conto né degli atleti neofiti né considera che alcuni corsi ‘master’ annoverano tra le loro fila atleti o pseudo tali che si allenano con il gruppo pur avendo smesso di gareggiare magari anche solo temporaneamente ma che contribuiscono sia dal punto di vista economico che affettivo al mantenimento della squadra e del gruppo. Nuotando tutti nella stessa corsia ad orari prefissati è evidente che non creano un particolare danno economico al gestore e non è detto che nuoterebbero lo stesso in solitaria. Non è ponendo questo genere di paletti che si dà un servizio alla comunità.

– La gestione opererà con le Società e gli Enti per riportare a Ravenna gare, manifestazioni e meeting di carattere nazionale.

L’Amministrazione ha chiaramente detto che punta a manifestazioni, gare e meeting di carattere INTERNAZIONALE.

Le tariffe riservate al pubblico non prevedono abbonamenti superiori al mese, come avviene in tantissimi altri impianti comunali, che vanno ad abbattere sensibilmente, in quota parte, il costo dell’ingresso singolo. Di conseguenza avremo una delle piscine comunali più care d’Italia.

– La gestione si riserva in periodi di scarsa affluenza di aprire le vasche anche solo parzialmente.

Non è accettabile che sia a discrezione del gestore. Abbiamo esempi in passato di chiusure arbitrarie e riduzione di orari immotivati con il solo scopo di risparmiare sui costi del personale a discapito dell’utenza. È compito del gestore stimolare la frequentazione dell’impianto sempre e comunque con strategie e promozioni per evitare aperture antieconomiche. L’impianto comunale è anche una fonte di lavoro per gli assistenti ai bagnanti e gli addetti alle pulizie. Sono parte integrante del PEF (piano-economico-finanziario) e concorrono a determinare il valore dell’appalto. Chi dovesse aggiudicarsi la gara al ribasso economico, poi non deve poter tagliare dei servizi a sua discrezione, come purtroppo sembra essere stato fatto in passato.

Stando al Capitolato di Gestione a Ravenna tutte le vasche devono essere fruibili per l’intero orario di apertura, con delle corsie riservate al nuoto libero in entrambe le vasche. Questo è dovuto sia al fatto che hanno caratteristiche completamente diverse: lunghezza, profondità e temperatura, sia al fatto che per tantissimi anni l’unica vasca accessibile ai disabili era solo quella da 25m, mancando il sollevatore in quella da 50m. E ciò nonostante, contrariamente a quanto scritto sul Capitolato di Gestione e avvallato dall’ufficio sport con il piano vasche, la vasca da 25m dalle prime ore del pomeriggio è sempre stata completamente occupata dal nuoto agonistico.

– gli orari proposti:

Lunedì 10.00-22.00 invernale 10.00-21.00 estivo

Martedì 07.00-22.00 invernale 09.00-21.00 estivo

Mercoledì 08.00-22.00 invernale 09.00-21.00 estivo

Giovedì 08.00-22.00 invernale 09.00-21.00 estivo

Venerdì 07.00-22.00 invernale 09.00-21.00 estivo

Sabato 09.00-21.00 invernale 09.00-21.00 estivo

Domenica 09.00-19.00 invernale 09.00-19.00 estivo

– gli orari attuali:

Lunedì 08.00-23.00 invernale 08.00-21.00 estivo

Martedì 08.00-23.00 invernale 08.00-21.00 estivo

Mercoledì 08.00-23.00 invernale 08.00-21.00 estivo

Giovedì 08.00-23.00 invernale 08.00-21.00 estivo

Venerdì 08.00-23.00 invernale 08.00-21.00 estivo

Sabato 08.00-20.00 invernale 08.00-20.00 estivo

Domenica 08.00-19.00 invernale 08.00-19.00 estivo

Questi orari sono quelli di fruizione delle vasche. Poi di conseguenza gli atleti ed il pubblico devono avere il tempo per utilizzare i servizi e gli spogliatoi.

La società Nuova Sportiva che ha gestito l’impianto dal 2004 al 2019 prevedeva che un addetto fosse pagato un’ulteriore mezz’ora proprio per aspettare che tutti lasciassero l’edificio al completamento dell’allenamento. Poi la volta in cui doveva aspettare più tempo la compensava con le innumerevoli volte in cui terminava prima.

L’anno scorso nacque una polemica con la società Pool 4.0 perché nel periodo estivo una domenica è capitato intimasse di abbandonare l’impianto alle 1900 senza permettere l’utilizzo degli spogliatoi o nella necessità di uscire prima dall’acqua. Nonostante l’Amministrazione confermasse (neanche ce ne fosse stato bisogno) che era un diritto dell’utenza di poter nuotare sino alle 1900, così come poi utilizzare i servizi e gli spogliatoi, quest’anno l’episodio si è ripetuto.

Non è accettabile che un progetto nuovo, che voglia essere un punto di riferimento per il benessere psicofisico della cittadinanza oltre che fiore all’occhiello per l’attività agonistica proponga addirittura degli orari ridotti. Denota scarsa lungimiranza ed una visione ristretta sulle esigenze dell’utenza. L’apertura alle ore 07.00 è del tutto inadeguata. Se si vuole offrire la possibilità di fruire dell’impianto sia per il nuoto libero che per quello agonistico prima della scuola o del lavoro è necessario anticipare alle ore 06.00, come avviene ad esempio allo stadio Carmen Longo di Bologna.

Anche l’orario di chiusura estivo alle 21.00 denota che non si vuole sfruttare l’enorme potenzialità ludico-ricreativa che può offrire il centro natatorio, come avviene in altre realtà.

Nella proposta non sono menzionati i giorni di chiusura che a Ravenna sono sempre stati cinque (25 e 26 dicembre, 1 gennaio, Pasqua e Lunedì dell’Angelo).

La chiusura annuale di due/tre settimane per lavori di manutenzione e ricambio dell’acqua, che inizialmente non erano previsti (capitolato 2004/2019) ma che poi sono stati inseriti, col nuovo impianto non devono assolutamente esserci, in quanto per tali necessità deve essere possibile alternare le vasche e mantenere comunque attivo il servizio, seppur a regime ridotto (ammesso e non concesso che le nuove tecnologie non permettano di ovviare all’interruzione dell’attività).

Ar.Co Lavori nel piano di gestione afferma:

Il contributo pubblico dovrà servire per la copertura del debito contratto con gli istituti finanziatori, non dovrà più servire a coprire “deficit” strutturali di gestione per consentire ad ognuno di accedere a costi più bassi dei costi industriali reali sostenuti dalla gestione…

Questo significa che la struttura è interamente finanziata dal Comune. Sia con il contributo iniziale, che con la garanzia fideiussoria ed infine con il canone annuo.

Di conseguenza non si capisce quale sia l’utilità pubblica di finanziare un centro così variegato e costoso quando tutti i cittadini, agonisti e non, andranno a pagare un biglietto d’ingresso molto salato. L’intervento privato è totalmente privo di rischi. Si trovano a dover gestire un impianto multiservizi (di cui io ritengo alcuni assolutamente non d’interesse pubblico) totalmente nuovo senza nessun costo d’affitto.

Ad ulteriore testimonianza che si pensa ad un centro destinato a VIP e persone facoltose c’è la precisazione al punto 8 del ‘Regolamento’ che prevede il divieto di consumare spuntini e colazioni al sacco all’interno del Centro.

È assolutamente ignobile solo pensare un simile divieto. Gli alimenti e certe bevande (non quelle utilizzate a bordo vasca dagli agonisti) è normale che non debbano essere consumate in certi ambienti, ma una persona deve essere libera di portarsi da casa quelli che preferisce.
Tutto ciò premesso,

si chiede al Sindaco e alla Giunta di chiarire i seguenti aspetti:

1) quali saranno i giorni di chiusura annuali?

2) quali saranno gli orari minimi di apertura di fruizione delle vasche per gli atleti agonisti e le società?

3) quali saranno gli orari minimi di apertura delle vasche per il pubblico?

4) qual è l’orario minimo che deve essere concesso per usufruire dei servizi igienici e spogliatoi al termine dell’attività alla chiusura delle vasche?

5) quali saranno le eventuali restrizioni durante le gare/manifestazioni o nei giorni precedenti/successivi?

6) quali sono le temperature di esercizio delle varie vasche?

7) il servizio bar sarà garantito durante tutto l’orario di apertura del centro, come avviene adesso?

8) quante corsie nella vasca da 25m sono riservate al nuoto libero dall’apertura alla chiusura dell’impianto (anche in considerazione che la vasca ha due corsie in più essendo 5m più larga)?

Si precisa che nel capitolato le corsie destinate al pubblico devono essere una a bordo vasca e le altre attigue per motivi di sicurezza/praticità.

9) quante corsie nella vasca da 50m sono riservate al nuoto libero dall’apertura alla chiusura dell’impianto (anche in questo caso la vasca ha due corsie in più essendo 5m più larga)?

Stessa considerazioni sulle corsie per il pubblico.

10) sarà permesso di consumare alimenti al sacco?

11) sarà previsto un certo numero di parcheggi coperti da una tettoia e attigui all’ingresso per agevolare le persone disabili?

12) visto e considerato il piano economico finanziario presentato, si prevede chiedere una forte scontistica sul contributo che deve erogare l’Amministrazione comunale per i prossimi 25 anni o sulle tariffe indicate per le varie categorie?”

La seconda interrogazione:

– in data 13 settembre 2019 il presidente della Camera di Commercio di Ravenna, Giorgio Guberti, ha dichiarato che Ravenna e il suo territorio possono dare un contributo fondamentale alla possibile candidatura unica di Bologna e Firenze per le Olimpiadi del 2032;

– in data 23 settembre 2019 si legge su Ravennanotizie.it che il sindaco De Pascale ha scritto una lettera ai suoi omologhi di Firenze e Bologna per rilanciare entusiasticamente la propria disponibilità, sottolineando che “stiamo per realizzare una nuova piscina olimpionica, accanto all’attuale vasca (già di carattere olimpionico), che verrà riqualificata così come l’intero impianto”;

– già a suo tempo aveva manifestato tale volontà anche a tutti gli operatori del settore ed all’intera comunità, ossia che il nuovo impianto sarebbe stato idoneo ad ospitare gare di caratura internazionale.

 

Preso atto che 

 

il progetto non è definitivo e l’Amministrazione può eventualmente proporre delle varianti.

 

Accertato che

 

il 27 maggio 2021 il Consiglio comunale è riuscito ad inserire il progetto nel piano degli investimenti del Comune, grazie al voto favorevole della sola maggioranza, visto e considerato che, nonostante fossero trascorsi poco meno di due anni da tali dichiarazioni (ma più di due da quando venne commissionato lo studio), il progetto presenta tuttora forti criticità. Ciò risulta inspiegabile ed inconcepibile.

Addirittura nel corso della riunione di presentazione del progetto alle squadre sportive, quando è stato evidenziato che mancavano i servizi igienici destinati ai disabili, lo stupore e l’imbarazzo del Sindaco e del dirigente allo sport sono apparsi tangibili e sono usciti dall’impasse dicendo che comunque si sarebbe potuto erigere un muro divisorio…

Ma quello che forse si può risolvere con un semplice muro, e sottolineo forse, perché i locali per i disabili richiedono pareti in grado di sorreggere dei maniglioni e spazi adeguati per le varie manovre delle carrozzine (e in un’ottica di gare internazionali e/o giochi paralimpici dovrebbero prevederne più di una), non appare altrettanto facile per le tribune, risultate non adeguate per capienza.

Il progetto prevede una vasca olimpionica con tribuna da circa 800 posti, quando l’impianto di Riccione ne prevede 1.200 ed il centro federale di Roma 1.500. Non è chiaro neanche se siano stati previsti locali idonei per le attività accessorie, indispensabili durante tali eventi (ad esempio, una cabina di controllo dotata di aria condizionata, di dimensioni non inferiori a 6m x 3m posta in un determinato punto), che quando non servono possano, chiaramente, essere destinati ad altro, ma che all’occorrenza devono esserci.

Soprattutto, però, la vasca da 50m non è modulabile. È chiaro che il campo di gara è solo uno, ossia quello della vasca olimpionica, perché le tribune ‘adeguate’ sono previste solo lì e non nella vicina vasca da 25m x 21m (che tra l’altro non sarebbe omologabile per gare internazionali per via della profondità 1,8m anziché 2m).

Quindi risulta inspiegabile che non si sia considerato di realizzare una vasca da 52,2m, dotata di un pontone di 2,2m (o in alternativa di 1,5m), per ovviare al problema e potervi, quindi, organizzare eventi internazionali anche in vasca corta.

 

Rimarcato che

 

è del tutto incomprensibile come non si siano avvalsi delle offerte di consulenze gratuite da parte di esponenti di FIN e FINP e/o rappresentati locali, ma è ancor più grave risulta la mancata valutazione delle esigenze della comunità locale (ad esempio la possibilità di cambiarsi per le scolaresche e per i disabili accompagnati da persone di altro sesso, che necessitano di spogliatoi misti).

Il Sindaco nel corso del suo intervento in Consiglio comunale ha dichiarato che i tecnici e questa Amministrazione hanno la “schiena dritta”. Non sappiamo a cosa o a chi facesse riferimento, ma di sicuro quantomeno alcuni tecnici “avrebbero dovuto tenerla un po’ più china sui fogli del progetto in fase di studio e tutta la Giunta, Sindaco in primis, in fase di valutazione”.

È dall’inizio del 2018, infatti, che si parla del progetto riguardante il nuovo impianto natatorio e, a febbraio 2019, è stata bocciata la prima proposta (anch’essa giudicata accoglibile da questa Giunta) che “non saprei se definire sciagurata o inaccettabile”. Tutto ciò dopo più di due anni di studio? e di sollecitazioni da parte “nostra” ad abbandonare il progetto di finanza ad iniziativa privata e riprogrammarlo ad iniziativa pubblica (in piena trasparenza e alla luce del sole, come dovrebbe sempre essere un’opera d’interesse pubblico), quanto presentato al Consiglio comunale è stato lacunoso, impreciso e incompleto e del tutto inadeguato a quanto Sindaco e Assessore competente avevano dichiarato.

Anche l’aspetto economico e la conseguente ricaduta dell’investimento sulla pubblica Amministrazione, sia comunale che nazionale, meritano adeguati chiarimenti.

L’esigenza della comunità, per tradizione ed ambizione, è quella di poter disporre di una piscina idonea a svolgervi gare d’interesse nazionale in vasca lunga e corta, nonché di un numero adeguato di corsie costantemente disponibili per il pubblico.

Condividiamo l’ambizione dell’Amministrazione di progettarla atta ad accogliere eventi internazionali ed “addirittura” olimpici, ma i costi e i conti devono essere leggibili e trasparenti.

Il progetto che “ci” è stato presentato prevede anche una spa, un ristorante, un’area fitness, un centro estetico, ecc.  (quindi altri servizi non precisati… il progetto precedente prevedeva anche un negozio ed un centro fisioterapico). 

A questo punto si auspica che il Sindaco abbia coraggio ed onestà intellettuale per dire con chiarezza qual è la portata del progetto e quali le sue finalità.

Considerato che

non si comprende come un progetto così ambizioso non preveda di essere integrato con l’attiguo campo d’atletica, in modo da potervi condividere alcuni servizi: ad esempio il bar, il ristorante, la sala fitness, ottimizzando in tal modo i costi di gestione e manutenzione. Sarebbe, così, possibile organizzare eventi sportivi multidisciplinari, ora sempre più ed attuali e verrebbero estesi gli orari di fruibilità della pista e del parco, con evidenti benefici per l’intera comunità.

Valutato che

gli uffici tecnici del Comune, oltre ad aver esaminato il materiale presentato dagli offerenti, avranno, comunque, sicuramente computato quale sia il costo per realizzare i vari blocchi, i relativi impianti e le strutture correlate, nonché i costi previsti per la manutenzione ordinaria e straordinaria, al fine di stabilire l’effettivo interesse pubblico dell’opera. Questo, anche perché, al termine della durata dell’appalto, ossia tra 25 anni, sarà l’Amministrazione comunale a doversi prendere in carico l’impianto e gli eventuali costi necessari per mantenerlo in esercizio e completa efficienza. Interventi che riguarderanno non soltanto l’impianto natatorio, ma anche i servizi accessori, quali spa, centro fitness, ecc.

Appreso che

la lottizzazione del quartiere San Giuseppe, che come ‘contropartita’ prevede la realizzazione entro il 2023 di una piscina con vasca da 25m del valore di circa 4.000.000 di euro, è in divenire e quindi si tratta di un progetto concreto.

Tutto ciò evidenziato, si chiede al Sindaco

 

  1. se intenda chiedere una modifica del numero totale della capienza delle tribune al servizio della vasca olimpionica e, in caso affermativo, a quale capienza complessiva portarle;

2) se intenda richiedere la modifica della lunghezza della vasca da 50m per inserire un pontone, atto a permettere anche le gare in vasca corta e, se sì, di quale dimensione;

3) fino a quale tipologia di gare/evento sarà concretamente omologabile l’impianto ravennate, specificando il livello e le discipline con precisione;

4) quale siano i costi necessari, in base alla valutazione dei tecnici comunali per la realizzazione della vasca olimpionica, con relativi impianti e strutture di servizio;

5) quale sia il costo imputabile alle altre due vasche da 25m e 15m, con relativi impianti e strutture di servizio;

6) quale sia il costo relativo alla realizzazione delle altre opere, non strettamente legate all’attività natatoria, con particolare riferimento alla spa, così come rilevato dai tecnici comunali;

7) se i tecnici comunali abbiano, altresì, calcolato i possibili costi annuali di manutenzione ordinaria e straordinaria, relativamente ai punti 4, 5 e 6;

8) quale sia, alla data odierna, lo stato dell’iter burocratico ai fini della realizzazione di una ulteriore piscina nel quartiere San Giuseppe.”