Il 5 dicembre 2019 sulla prima pagina del quotidiano Libero veniva pubblicato la prima parte di un articolo a firma Giorgio Carbone, dal titolo “Hanno riesumato Nilde Iotti”, in cui si legge: “Nilde Iotti morì giusto vent’anni fa. (…) Era facile amarla perché era una bella emiliana simpatica e prosperosa come solo sanno essere le donne emiliane. Grande in cucina e grande a letto. Il massimo che in Emilia si chiede ad una donna (…)”.

Sono, queste, frasi offensive sia della memoria dell’Onorevole Nilde Iotti (prima donna a ricoprire una delle tre massime cariche dello Stato); sia della reputazione di ogni singola donna che è nata, vive o lavora in quel determinato ambito territoriale che è l’Emilia.

E, aggiungiamo, la Romagna. Non siamo di fronte ad affermazioni generiche rivolte a persone indeterminate e indeterminabili, riproposizione di un luogo comune privo di valenza offensiva sul piano individuale. Bensì all’esternazione di valutazioni denigratorie, sessiste e discriminatorie prive di fondamento, del tutto gratuite e ingiustificate rispetto al contesto espositivo, che si riverberano direttamente e specificamente sulla dignità di ogni donna emiliana e romagnola.

Le Associazioni di Ravenna Liberedonne – Casa delle Donne, Udi, Femminile Maschile Plurale si indignano insieme alle donne emiliane, ma anche agli uomini che si sentono quanto mai lontani da questo sentire espresso così volgarmente. Per questa ragione, invitano a firmare l’esposto indetto dalle avvocate Cathy La Torre e Rita Nanetti, insieme a Orlando, Centro delle donne di Bologna, da presentare alla magistratura per chiedere se le parole usate sul quotidiano ” Libero” per definire Nilde Iotti e le donne emiliane costituiscano un reato di diffamazione. Se anche tu sei una donna di questa Regione e non vuoi essere discriminata e relegata, senza dignità e rispetto, a “compagna di letto”; appiattita e costretta nel ruolo di cuoca e amante esclusivamente in ragione del sesso di appartenenza, senza possibilità di riconoscimento delle tue effettive capacità e conoscenze puoi firmare l’esposto e consegnarlo ad un qualsiasi comando o caserma (polizia, carabinieri, polizia postale, polizia municipale).

Con questa iniziativa sappiamo di rappresentare anche lo sdegno e l’offesa di molti uomini che vogliono far riconoscere il danno morale o identitario in quanto non si riconoscono in questa cultura maschilista Per scaricare i moduli per gli esposti – personali e associativi – e il testo dell’articolo di Libero del 5 dicembre scorso, consigliamo di accedere al link https://women.it/evento/libere-nonostantelibero/.