“L’approvazione di un emendamento in Commissione bilancio al Senato che elimina gli incentivi destinati alla nascita di impianti di cattura e di stoccaggio della Co2 è un’ottima notizia e rispecchia quello che noi chiedevamo da tempo: ovvero che strutture come quella che Eni vuole realizzare a Ravenna non ottenesse anche un solo euro di fondi pubblici. . Bene, quindi, che in Parlamento si sia scelto di percorrere questa strada. Adesso l’auspicio è che il tutto venga confermato anche durante l’approvazione finale della manovra di bilancio”. È questo il commento di Silvia Piccinini e Igor Taruffi, rispettivamente capogruppo regionali del MoVimento 5 Stelle ed Emilia-Romagna Coraggiosa, riguardo alla notizia dell’approvazione in Commissione Bilancio dell’emendamento 153.4 alla manovra presentato da Leu e M5s che prevede la non concessione di agevolazioni agli impianti di CCS che investono sulla cattura e stoccaggio della CO2 come quello che si vorrebbe realizzare a Ravenna. “Invece di spendere soldi pubblici per catturare e stoccare l’anidride carbonica emessa dai combustibili fossili –  aggiungono Piccinini e Taruffi – dobbiamo sfruttare le tecnologie che ci permettono di non produrla affatto, perseguendo gli importanti obiettivi europei legati alla decarbonizzazione. L’emendamento approvato va in questa direzione ed è totalmente in linea alla decisione del mese scorso della Commissione europea di scartare il progetto di ENI non includendolo né tra i 7 aggiudicatari del Fondo Europeo per l’Innovazione né tra i 15 che riceveranno assistenza dalla Banca Europea per gli Investimenti. Adesso serve che anche la Regione, nonostante ad oggi esistano diversi documenti regionali che ancora prevedono il sostegno ed il finanziamento a questo tipo di progetti, escluda definitivamente questa possibilità. ” concludono i due consiglieri regionali.

Anche Silvia Zamboni e Paolo Galletti, portavoce di Europa Verde-Verdi Emilia-Romagna, hanno commentato la notizia: “C’è vita quindi in Parlamento. Non possiamo che rallegrarcene, sperando che in Aula non si ritorni sulla decisione, visto l’attivismo della lobby parlamentare pro attuale governance ENI, a partire dal senatore PD Collina.

Dopo questo positivo risultato, il Parlamento dovrebbe chiedere con forza di cambiare i vertici ENI, che agisce in controtendenza rispetto alle politiche e ai target di legge europei a sostegno delle fonti rinnovabili. 

Ci aspettiamo che la Regione Emilia-Romagna confermi la decisione – fissata dall’approvazione di un ordine del giorno presentato da Europa Verde – di non finanziare questa opera bocciata dall’Europa e ora dalla commissione del Senato.