Dal 2012 sulle suggestive colline di Tebano è attiva l’azienda agricola Carta Bianca, nata dalla volontà di Massimo Gargiulo, notaio in Faenza e Gianluigi Baccarini, titolare di un’attività commerciale di macchine ed attrezzature per la viticoltura.

 

«Carta Bianca è un progetto che nasce dall’amicizia che esiste da tempo fra me e Massimo – racconta Baccarini – Nel 2012 abbiamo avuto l’opportunità di acquisire un piccolo podere nella parrocchia di Tebano, in un bel sito dove era presente anche un vigneto e abbiamo ritenuto di fare questo investimento. Da questa iniziativa è nata l’idea di produrre un vino con le bollicine, sullo slogan “Un po’ per gioco, un po’ per passione”. L’attività sta crescendo lentamente, con serenità e per il futuro abbiamo dei progetti che intendiamo portare avanti, compatibilmente con i tempi che ci impongono i nostri impegni lavorativi: io mi occupo, in particolare, di un’attività commerciale di macchine ed attrezzature agricole per la viticoltura, Massimo fa il notaio».

 

I vini Carta Bianca, prodotti nella cantina del Polo di Tebano, si posizionano su una fascia di qualità medio-alta. Punti d’eccellenza sono i due spumanti metodo classico, nelle versioni bianco e rosato.

 

«Oltre alle bollicine, produciamo due vini fermi, bianco e rosso e un vino passito – riprende Baccarini – La produzione annua è abbastanza limitata: si attesta dalle 2000 alle 4000 bottiglie di spumante e di 2000/2500 bottiglie di vino fermo. Produciamo anche olio extravergine di oliva, perché nel frattempo abbiamo affittato un podere a Brisighella coltivato ad ulivi. Fino ad oggi abbiamo spinto poco nella commercializzazione: il vino la consumiamo in famiglia, lo regaliamo agli amici e ne vendiamo piccole quantità a chi ce lo chiede. Piano piano ci stiamo facendo conoscere e in futuro speriamo di raccogliere delle soddisfazioni anche commerciali».

 

Ma perché il nome Carta Bianca? «Quando decidemmo di avviare questa azienda, ci ponemmo il quesito di come chiamarla – risponde il notaio Gargiulo – a mia moglie venne in mente questo nome, pensando ad un’etichetta con uno spazio vuoto, per poter scrivere una dedica o personalizzarla. Ci piacque questa idea, che dà anche il senso di “work in progress”. Inoltre, dare “Carta Bianca” significa dare fiducia totale ad una persona. È qualcosa che dà un senso di sicurezza».

 

Carta Bianca sta portando avanti un importante progetto affiancato alla produzione di vini.

«Nel 2016 ho saputo che il Comune di Faenza metteva all’asta l’ex Pesa pubblica, di fianco al Bar Pesa – racconta il dottor Gargiulo – Si tratta di un immobile che ho sempre considerato attraente per la sua particolarità architettonica. Esso, un tempo, rappresentava un luogo d’incontro dei giovani faentini ed ancora oggi si trova nella “movida” faentina, a due passi dal Clan Destino e dalla discoteca di viale della Stazione, in un’area ricca di locali pubblici. Così abbiamo deciso di acquistare l’ex Pesa e abbiamo iniziato i lavori per riqualificarla. L’idea è di creare una sorta di proposta “street food”, che abbia a che fare con pizza e vino, nelle sue possibili declinazioni – spumante, bianco, rosso ed aperitivi – che intendiamo proporre assieme ad un partner professionale.

L’ex Pesa pubblica sarà in ogni caso una vetrina dei prodotti Carta Bianca, con la possibilità di acquistare le nostre bottiglie di vino e di olio extravergine d’oliva. Il progetto è definito nelle linee essenziali, ma resta da mettere a punto nei dettagli. Ad ogni modo, vuole essere la rinascita di un edificio storico che è da sempre nel cuore dei faentini che, speriamo, apprezzeranno l’iniziativa».

 

L’idea di Gargiulo nasce anche dai suoi ricordi legati a quando, da giovanissimo, viveva a Napoli:  «All’uscita di scuola, fuori dalle pizzerie, erano sempre collocate piccole vetrine – e ci sono attualmente nei vicoli storici della città – che servivano delle “margherite” di dimensioni ridotte ai passanti e noi, ragazzini affamati, le addentavamo accartocciate nella carta oleata. Questa è un pò l’idea che vorremmo riproporre a Faenza: uno “street food” da abbinare ai vini Carta Bianca, rivolto ad un pubblico trasversale, dai giovanissimi ai più attempati».

 

Intanto, però, nell’imminente l’azienda agricola Carta Bianca dovrà affrontare un problema emerso negli ultimi mesi: «Purtroppo il Comune di Faenza dovrà chiudere la cantina del Polo di Tebano, della quale ci siamo sempre serviti con ottimi risultati – riprende Baccarini – Dispiace, perché la cantina è di supporto al corso di laurea di Enologia dell’Università di Bologna e ad oltre trenta piccole aziende private che vanno a vinificarvi le proprie uve. Per la vendemmia del prossimo autunno abbiamo, però, già trovato una nuova collocazione nella medesima zona».