Prima del Covid-19, nel complesso l’anno 2019 è stato caratterizzato da un aumento dell’occupazione e da un calo della disoccupazione, a cui si è associata una diminuzione del numero degli inattivi. Questi i risultati principali che sono emersi dall’andamento del mercato del lavoro in provincia di Ravenna per l’anno 2019, un quadro confortante che però verrà stravolto dagli effetti dell’emergenza globale generata dal Coronavirus e dalle conseguenze derivanti dal lockdown dell’economia, che coinvolgeranno anche il mercato del lavoro e si rifletteranno sulla domanda ed offerta di posti di lavoro nel periodo post-pandemia, e di cui ancora non è possibile prevederne l’evoluzione.

E già nel 2019 la cassa integrazione in provincia di Ravenna aveva iniziato la sua risalita.

Secondo i dati Istat sulle Forze-Lavoro ed elaborati dalla Camera di commercio di Ravenna, a fine dicembre 2019 la popolazione attiva di Ravenna è risultata pari a 184,1 mila unità, di cui 175,6 mila occupati e quasi 8,5 mila disoccupati.
Per quanto riguarda l’andamento tendenziale del mercato del lavoro, per le forze di lavoro (o popolazione attiva) si è registrato un aumento di 1,8 mila unità rispetto al 2018 (+1%), riconducibile interamente all’incremento degli occupati. Infatti, al di là delle ampie oscillazioni stagionali, nella media dei dodici mesi, l’occupazione in provincia di Ravenna è aumentata di quasi 4 mila unità in più, con un incremento percentuale, rispetto alla media del 2018, pari a +2,3%.

Le dinamiche però appaiono differenziate fra i settori di attività. L’occupazione sale nel commercio/turismo (+3,6%), negli altri servizi (+5,1%) e nel comparto dell’agricoltura provinciale (+0,8%). I settori che invece hanno fatto registrare una riduzione degli occupati sono quello delle costruzioni, in calo del -7,3% sull’analogo periodo precedente, ed il comparto dell’industria in senso stretto, con una contrazione pari a -1% in termini relativi.

L’andamento tendenziale mette inoltre in evidenza che i disoccupati sono calati e si sono ridotti di 2,2 mila unità, pari al -20,5%, in termini di variazione percentuale.
Analizzando le componenti di genere, per gli uomini, si riscontra la seguente dinamica: la popolazione maschile attiva è calata di 0,5 mila componenti (-0,5% in termini relativi); piccolo incremento per il numero degli uomini occupati (+0,6%), a cui si è accompagnata però una notevole riduzione di quelli disoccupati di 1,1 mila unità, pari a -25,6%.

Per la componente femminile, le forze di lavoro sono cresciute di 2,2 mila unità (+2,7%), frutto di un aumento delle donne occupate, +3,4 mila (+4,4%) e di un calo di quelle in cerca di occupazione, -1,1 mila unità, con un decremento pari a -17,3% in termini relativi.
Gli andamenti sopra descritti portano a concludere che si è ridotto il tasso di disoccupazione complessivo, dal 5,8% del 2018 al 4,6% dell’anno in esame; così pure quello maschile, in questo caso dal 4,2% al 3,1% e quello femminile che si è portato al 6,3% ed era 7,9% l’anno precedente.

Il tasso di disoccupazione aveva ripreso la discesa e, nella media del 2019, ha raggiunto il minimo rilevato dal 2012. Per quanto riguarda il tasso di disoccupazione giovanile di prima fascia (15-24 anni), in provincia di Ravenna è calato, passando dal 29,1% del 2018 al 19,9% del 2019, con ben nove punti percentuali in meno; in Italia, da 32,2% a 29,2%. Per l’Emilia-Romagna, questo tasso di disoccupazione giovanile di prima fascia ha fatto registrare un trend in leggera crescita, in quanto è aumentato dal 17,8% del 2018 al 18,5% dell’anno in esame, per effetto della crescita della componente maschile.

Da mettere in evidenza però anche l’altra faccia della medaglia: nel corso del 2019 e già prima degli effetti della pandemia, la cassa integrazione guadagni è tornata a correre in provincia di Ravenna, rispetto al 2018.
Per quanto riguarda l’analisi dei dati tratti dall’Osservatorio dell’Inps, in provincia di Ravenna le ore complessive di cassa integrazione autorizzate nel 2019 sono state 1.695.706, con un aumento, rispetto al 2018, del +118,7%. Il trend di crescita rilevato in regione e complessivamente in Italia, è stato pari, rispettivamente, a +38,4% e +20,2%.
Nella nostra provincia, le ore autorizzate sono state concentrate nell’industria in senso stretto e nell’edilizia.
Per quanto riguarda la tipologia, l’aumento è principalmente connesso alla elevata crescita delle ore di Cig straordinaria, il cui incremento è a tre cifre: +196,9% rispetto all’anno 2018. A questo proposito occorre anche ricorda che sulla Cig straordinaria ha influito una recente variazione delle norme a livello nazionale: con il D.L.109 del settembre 2018, è stata reintrodotto il trattamento straordinario di integrazione salariale “per crisi aziendale qualora l’azienda abbia cessato o cessi l’attività produttiva e sussistano concrete prospettive di cessione dell’attività con conseguente riassorbimento occupazionale…….ecc..”, che era stata eliminata alcuni anni prima con la riforma degli ammortizzatori sociali operata dal Jobs Act. Il cambio di normativa sicuramente avrà avuto il suo peso; certo è che l’aumento al ricorso alla straordinaria è risultato molto più elevato in provincia di Ravenna che in Emilia-Romagna (+61,7%) e complessivamente in Italia (+31,2%). E molto spesso oggi la Cig straordinaria è l’anticamera della Naspi, la nuova indennità di disoccupazione.
Rispetto all’anno precedente, l’aumento delle ore autorizzate per la ordinaria in provincia di Ravenna è pari a +22,7%; +19,7% in regione e + 10,2 per l’Italia. In calo invece le ore autorizzate in deroga per tutti e tre i territori.