Con la nuova ordinanza regionale, e in attesa del prossimo Dpcm, ci si appresta a compiere un piccolo passo verso una normalizzazione che tutti auspichiamo ma che sappiamo essere ancora lontana.
Se i nostri comportamenti singoli hanno un’incidenza diretta sullo stato dei contagi, le azioni normative, Dpcm o ordinanze che siano, ce l’hanno su quello dell’economia.
Siamo ancora purtroppo in una situazione che non consente distrazioni o allentamenti.
Così il problema sanitario si sovrappone al problema dell’economia che è sempre più stressata, per usare un eufemismo, e rischia di vedere seriamente chiudere molte attività che non solo producono reddito e occupazione, ma garantiscono veri e propri servizi alla popolazione.
Per questo non servono “aperture che non sono aperture” o “chiusure che non sono chiusure”, ma servono linee chiare accompagnate da ristori certi e puntuali. In questo senso stiamo aspettando il decreto “Ristori Quater” previsto per oggi, con l’auspicio che introduca aiuti immediati ed equi alle attività.
Al momento non sappiamo se il 3 dicembre usciremo dalla fascia arancione ma se come tutti auspichiamo questo dovesse accadere, sappiamo che nessuno di noi, a partire dalle imprese, non potremo interpretare questo evento come la fine di incubo ma, al contrario, come l’inizio di una lunga fase di auto responsabilizzazione come mai prima d’ora.
Questo determina ancor più la necessità di pensare ad aiuti che sostengano l’economia e le partite IVA.
Non so se pensando per questi a dei ristori che almeno contemplino il 60% della media dei redditi dichiarati negli 5 anni, perché le una tantum senza un piano complessivo non servono a nulla.
Questo sarebbe il vero reddito di cittadinanza da introdurre e, per farlo, bisogna dar fondo alle risorse che l’Europa deve mettere in campo: Recovery fund o MES che sia.
Come amministrazione, per quanto di nostra competenze e a volte anche anticipando competenze e risorse di altri, abbiamo sempre seguito questa impostazione.
Abbiamo la responsabilità di amministrare un territorio vasto e articolato nelle sue espressioni sociali ed economiche, e questo ci consegna precisi oneri.
In questo senso siamo ancor più sensibili agli appelli dei rappresentanti delle associazioni di categoria e a quelli dei tanti imprenditori di settori strategici per la nostra città come il commercio, la ristorazione e i pubblici esercizi.
Se il commercio nei prefestivi e festivi resta ancora sospeso nei centri commerciali, intanto riparte nei centri storici che sono i veri centri commerciali delle nostre città. Intanto la nostra Polizia Locale sta compiendo tutti gli sforzi possibili per garantire il rispetto di regole che sono anche rispetto delle attività virtuose rispetto ai (fortunatamente) pochissimi che, violando le norme, commettono il reato più sgradevole che si possa compiere: la concorrenza sleale nei confronti di tutte le imprese che stanno, responsabilmente e con grande dignità, tirando la cinghia per aiutare la ripresa per tutti.
Il ruolo di Polizia di prossimità che le polizie locali esercitano con grande professionalità, se a volte spinge ad avere comportamenti paternalisticamente benevoli ed educativi nei confronti di tante piccole trasgressioni che si verificano in questo periodo, diventa inflessibile nei confronti di quelle violazioni che portano disequità tra operatori, come l’azione di ieri agli Speyer sta a testimoniare.
Siamo tutti travolti dalla pandemia e non sappiamo quando potremo tirare un respiro di sollievo: tuttavia sappiamo che tutti insieme – governo, istituzioni civili e sanitarie, Forze dell’ordine, imprese e cittadini – possiamo fare molto per anticipare quel momento.