Sarà il geniale talento di un grande del jazz internazionale qual è Mike Westbrook a inaugurare il “ROSSINI OPEN – INTERNATIONAL MUSIC FESTIVAL” il prossimo giovedì 6 ottobre al Teatro Rossini di Lugo di Romagna, primo di 18 appuntamenti fino al 30 novembre 2022, tutti all’insegna dell’insolito o dell’inedito e tutti ospitati nel gioiello architettonico lughese del Teatro Rossini che, il 15 maggio scorso, aveva conosciuto la sua re-inaugurazione dopo un lungo periodo di chiusura per lavori di ristrutturazione. Teatro Rossini che – la notizia è recentissima  – è tornato a beneficiare dei finanziamenti ministeriali del Fondo Unico dello Spettacolo (FUS) per il triennio 2022-24 principalmente grazie a un’ottima collocazione nella  sezione “festival di musica classica” che vede il Rossini Open al secondo posto nella classifica nazionale per quanto concerne il parametro “qualità del progetto artistico”.

ROSSINI OPEN proprio grazie a questa particolare ouverture nel nome di Gioachino Rossini rivisitata dal jazz contemporaneo di un personaggio così unico del jazz mondiale come Mike Westbrook e della sua particolarissima band “The Uncommon Orchestra”, si connota immediatamente come un festival votato alle più varie forme d’arte musicale, dalla musica barocca alla contemporanea, con uno sguardo scevro da qualsiasi  specializzazione e il proposito di attirare un pubblico il più variegato possibile. Vi partecipano alcuni fra i maggiori interpreti della scena internazionale, a cominciare da Mike Westbrook e sua moglie Kate, per proseguire fra gli altri con Eklectric Duo, Antonii Baryshevskyi, Enrico Onofri, Massimo Popolizio, Mariangela Gualtieri, Jadranka Jovanovic, Francesca Boncompagni, Giovanni Sollima, Beatrice Rana, Carlo Vistoli, la Filarmonica Toscanini e l’Orchestra Cherubini.

C’è Rossini eccome nel concerto inaugurale, anche se in modo assolutamente insolito e quasi provocatorio: il 6 ottobre sbarca a Lugo col progetto “Rossini Re-loaded” e con tutta la sua band il grande musicista inglese Mike Westbrook, pianista e direttore che ha scritto un significativo capitolo nella storia del jazz a partire dal suo celebre album Metropolis del 1971. Nato a High Wycombe nel 1936, Mike Westbrook è considerato un autentico caposcuola attorno al quale si sono formate e coagulate molte altre figure di spicco del British Jazz, uno dei movimenti più vitali e creativi della musica degli anni Settanta e oltre. Il suo debutto risale alla fine degli anni Cinquanta: dai primi anni Sessanta, dopo il suo trasferimento a Londra, Mike Westbrook fonderà diverse formazioni, da un sestetto che nel 1968 si esibirà con successo al festival di Montreux, alla Concert Band, dal gruppo jazzrock Solid Gold Cadillac a una Brass Band improntata a una sorta di jazz-cabaret, fino alla Mike Westbrook Orchestra e oggi alla Uncommon Orchestra. Tra i musicisti che più hanno condiviso il percorso artistico del compositore e pianista inglese svettano i sassofonisti John Surman e Mike Osborne, il trombettista Kenny Wheeler e il trombonista Paul Rutherford, nonché la moglie Kate, dotata di una voce flessibile di impronta teatrale, particolarmente adatta a interpretare testi poetici. Il progetto Westbrook-Rossini, che attesta ulteriormente l’ampia sfera di interessi musicali di Mike Westbrook, è stato documentato su disco nel 1987, sia in versione live che registrata in studio.

«Nel 1984 fui invitato al Wilhelm Tell Festival di Losanna – racconta Mike Westbook in una recente intervista – Mia moglie Kate mi suggerì di arrangiare per l’occasione proprio la famosa ouverture dal Guglielmo Tell: presi quindi l’ouverture e la suddivisi in cinque brani adattandoli per una piccola formazione, tipo marching band. E così suonammo per le strade di Losanna suscitando l’interesse e lo stupore dei cittadini. Più tardi, nel 1990, ebbi l’opportunità di ampliare gli arrangiamenti per l’organico di un’orchestra. Il progetto si trasformò quindi in Big Band Rossini, con la collaborazione della Ndr Big Band di Amburgo. E più tardi ancora questo progetto è diventato Rossini Re-Loaded con la Uncommon Orchestra». «Mi sono avvicinato a Rossini come un jazzista – continua Westbrook – cioè come un jazzista si avvicina a qualsiasi altro materiale: cercando temi e strutture da utilizzare come parte del proprio processo creativo. Come nel caso di Duke Ellington o di Thelonious Monk, la ri-creazione da parte di un jazzista può essere molto libera, ma comunque rispettosa dell’originale. La Third Stream portava elementi del jazz in un contesto prossimo alla classica. Io invece ho trattato Rossini come base per il riarrangiamento e l’improvvisazione».

Il concerto “Rossini Re-loaded”, che ha per sottotitolo “Variazioni jazz e rock sui temi delle opere di Gioachino Rossini Guglielmo Tell, Barbiere di Siviglia, Otello, Cenerentola, La gazza ladra” ha fatto di recente scrivere al critico Geoffrey Smith sull’Economist: “Mike Westbrook guida la sua Big Band di 20 elementi in un revival di uno storico concerto del 1986 ripreso e ampliato, in cui convince un mix di dramma, lirismo e divertimento. Il pubblico della Royal Albert Hall alla fine ha esultato di gioia”.

L’impossibile amicizia fra Rossini e Verdi sarà il tema della lezione-concerto la sera di lunedì 10 ottobre, anniversario della nascita di Giuseppe Verdi, col pianista e musicologo romano Giovanni Bietti, ormai una star della musica raccontata, attraverso le sue appassionanti lezioni di musica su Radiotre e in molte istituzioni musicali, in primis l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia: con esemplificazioni al pianoforte e in video, Bietti incanterà il pubblico svelando inedite interazioni fra i due giganti della musica operistica italiana.

Di nuovo rivisitazioni audaci del repertorio classico venerdì 14 ottobre con il pianoforte acustico di Elisa Tomellini e il violoncello elettrico di Alberto Casadei, l’Ekletric Duo: vale a dire l’unione di due grandi personalità della musica classica in chiave elettrica, un formidabile mix di sonorità affascinanti con un ritmo indiavolato. Una cavalcata dal Barocco ai giorni nostri, con arrangiamenti inediti scritti da Alberto Casadei per pianoforte, violoncello elettrico ed elettronica, passando dalla musica per il cinema, il tango e il pop. L’Eklectric Duo è regolarmente invitato in importanti stagioni concertistiche e recentemente ha rappresentato l’Italia in occasione della Festa della Repubblica a Miami negli USA. In programma musiche di Astor Piazzolla, Coldplay, David Guetta, Nino Rota, Karl Jenkins, Vivaldi, Rossini e dello stesso Alberto Casadei.

ROSSINI OPEN prosegue il suo percorso musicale domenica 16 ottobre con il concerto del Quartetto d’archi dell’Orchestra Giovanile “Luigi Cherubini”: sullo spartito dei due violini, del violoncello e del contrabbasso quattro delle 6 Sonate a Quattro di Gioachino Rossini: opere composte a 12 anni a Conventello di Ravenna nella tenuta di campagna della ricca famiglia Triossi, al tempo in cui Gioachino viveva e studiava a Lugo. Rossini vi fu ospitato grazie all’interessamento del giovane contrabbassista autodidatta Agostino Triossi che invitò il compositore a confrontarsi con il genere della Sonata da camera per eseguirle assieme ai cugini Luigi e Giovanni Morini, suonatori di violino e violoncello. Tripartite nei classici movimenti allegro-adagio-allegro, le Sonate a Quattro costituiscono un formidabile banco di prova per il giovanissimo compositore che, a soli 12 anni esibisce un talento musicale precocissimo, inventiva e facilità melodica.

Mercoledì 19 ottobre torna al Teatro Rossini, dopo otto anni dalla sua prima apparizione, il grande pianista ucraino Antonii Baryshevskyi, oggi trentaquattrenne, vincitore nel 2014 del Concorso Arthur Rubinstein di Tel Aviv. Il pianista, nativo di Kiev, da poco fuoriuscito dal suo paese in guerra, dedica il suo recital all’amata Ucraina con un programma dal fortissimo impatto emotivo. Apre la giovanile Toccata in mi minore BWV 914 di Bach, uno dei suoi brani più inventivi, in quattro movimenti comprendenti due bellissime fughe, prosegue con tre Sonate scarlattiane scelte fra quelle più care ad Arturo Benedetti Michelangeli; poi si tuffa nella Sonata op. 57 di Beethoven, la celebre “Appassionata”, così ricca di pathos, ardore e virtuosismo. Il brano Angel del compositore ucraino Maxim Shalygin (classe 1985), forse il più noto del suo già ricco catalogo, precede il grandioso capolavoro di Schumann dedicato alla “variazione”: gli Studi Sinfonici op. 13, elaborati attraverso diciotto anni di ripensamenti e modifiche, fino al raggiungimento di una stupefacente cattedrale sonora che ibrida forma classica e fantasia romantica.

Sabato 22 ottobre ROSSINI OPEN ospita la Filarmonica Arturo Toscanini diretta dal suo direttore stabile Enrico Onofri, uno dei migliori violinisti barocchisti al mondo, principe della prassi esecutiva storicamente informata ma anche apprezzato direttore di ensemble e orchestre sinfoniche. In programma l’Ouverture dalla Cenerentola di Rossini, la Musica per i reali fuochi d’artificio di Georg Friedrich Händel e la celeberrima Quinta Sinfonia in do minore op. 67 di Ludwig van Beethoven.

Martedì 25 ottobre ROSSINI OPEN accoglie uno dei migliori attori italiani, Massimo Popolizio, impegnato nella lettura scenica di alcune parti del dramma Tre quarti di luna di Luigi Squarzina, in occasione del centesimo anniversario della nascita del grande regista e drammaturgo nato a Livorno il 18 febbraio 1922 da genitori lughesi e scomparso a Roma l’8 ottobre 2010. Una serata realizzata in collaborazione con il Comitato nazionale per il Centenario di Luigi Squarzina e interamente dedicata alla riproposizione di uno dei testi più fortunati di Squarzina, Tre quarti di luna, vincitore del Premio Saint Vincent 1953, la sua seconda opera drammaturgica, scritta tra il 1949 e il 1952 e messa in scena per la prima volta al Teatro Valle a Roma il 3 marzo 1953 con la regia di Vittorio Gassman, che era anche l’attore protagonista, e le scene e i costumi di Mario Chiari. Un allestimento leggendario che conobbe fra l’altro il brillante esordio come attore del ventenne Luca Ronconi. Squarzina vi racconta del suicidio di un liceale a seguito della stroncatura di una sua tesina da parte del preside: la tragedia del rapporto educativo che postula la libertà da pregiudiziali ideologiche e l’autonomia culturale degli allievi.

Di nuovo un Rossini da camera sarà protagonista del concerto di giovedì 3 novembre con i Gruppi da camera dell’Orchestra Giovanile “Luigi Cherubini”: in programma i suoi 5 Duetti per corno, la Serenata in mi bemolle maggiore per flauto, oboe, corno inglese, quartetto d’archi e le Sinfonie dall’Italiana in Algeri e Barbiere di Siviglia trascritte per ottetto di fiati, accostate a un grande capolavoro di Wolfgang Amadeus Mozart, la Serenata in do minore K388 per ottetto di fiati.

Sabato 5 novembre sarà la volta dell’Ensemble della Filarmonica Arturo Toscanini, per l’occasione impegnato nell’esecuzione in prima assoluta del melologo della compositrice romana Silvia Colasanti (classe 1975) “E’ breve il tempo che resta” per voce recitante, archi e percussione su testi della grande poetessa Mariangela Gualtieri che ne sarà anche interprete: una commissione de “La Toscanini”.

Mercoledì 9 novembre ROSSINI OPEN intende celebrare un altro centenario speciale: quello del raffinato compositore triestino Raffaello de Banfield (1922-2008), grande protagonista della vita musicale anni ‘50 e ‘60 accanto a personaggi come Tennessee Williams, Herbert von Karajan e Giancarlo Menotti e molto legato alla città di Lugo: suo padre Goffredo de Banfield fu un grande asso dell’aviazione, amico/avversario del lughese Francesco Baracca nei cieli della Prima Guerra Mondiale. Si ricorda inoltre l’assidua presenza di Raffaello de Banfield a Lugo nel gennaio 1991 in occasione della messa in scena della sua opera “Una lettera d’amore di Lord Byron” su testo di Tennesee Williams, proprio al Teatro Rossini. Di Raffaello de Banfield stavolta verrà messa in scena la sua opera forse più nota ed eseguita nel mondo, Colloqui col tango, ovvero la Formica, su testo di Carlo Terron, con la partecipazione del soprano serbo Jadranka Jovanovic, dell’attore Andrea Binetti, del ballerino di tango Samuele Fragiacomo, del pianista Elia Macrì, con le scene di Pier Paolo Bisleri, i costumi di Chiara Barichello e la regia di Tommaso Tuzzoli.

Sabato 12 novembre ROSSINI OPEN torna al repertorio barocco con il recital “Usurpator Tiranno” del soprano aretino Francesca Boncompagni in duo col clavicembalista-direttore Marco Mencoboni, in programma musiche di Claudio Monteverdi, Giovanni Felice Sances, Bartolomeo Barbarino e Girolamo Frescobaldi.

Lunedì 14 novembre un debutto assoluto a Lugo per il duo pianistico belga Léna e Louise Kollmeier, formato da due sorelle dotate di uno speciale talento musicale che le ha portate a esibirsi in Europa, negli Stati Uniti e in Asia: al pianoforte a quattro mani eseguiranno l’Ouverture Egmont op. 84 di Beethoven, le Variazioni su un tema di Schumann op. 23 di Johannes Brahms, Un-choral di Vito Palumbo (in prima esecuzione assoluta, espressamente dedicato al duo Kollmeier), Dolly Suite di Gabriel Fauré e Images du soir di Virginie Tasset, unendo così al repertorio classico anche brani di musica contemporanea italiana e belga.

Mercoledì 16 novembre ritorno sul palcoscenico del Teatro Rossini con il recital “Rossini… ma non troppo” del mezzosoprano Daniela Pini con il pianista Davide Cavalli: la celebre artista di origine romagnola, esibitasi di recente a Vienna al fianco di Riccardo Muti, proporrà un ricco e variegato programma con musiche di Rossini, Gounod, Beethoven, Saint-Saëns, Vivaldi e Reynaldo Hahn.

ROSSINI OPEN prosegue il suo percorso sabato 19 novembre con il debutto al Teatro Rossini del Trio Euro-Asia, che nasce nel 2022 dall’incontro del violoncellista russo Kirill Rodin con la violinista coreana Sarm Kim e la pianista italiana Roberta Pandolfi. La prestigiosa presenza di Rodin, vincitore del Premio Tchaikovski nel 1986, e di Sarm Kim che da oltre un decennio affianca artisti del calibro di Misha Maisky, si affiancano all’emergente pianista italiana Roberta Pandolfi in un connubio vincente tra freschezza ed esperienza. Sui leggii il Trio op. 70 n. 1 di Beethoven (il cosiddetto “Trio degli spettri”) e il colossale Trio n. 2 op. 67 in mi minore op. 67 di Dmitri Shostakovich.

Lunedì 21 novembre giunge a Lugo Giovanni Sollima, il grande e talentuoso violoncellista e compositore palermitano, che si confronterà come solista e direttore con l’Orchestra Giovanile “Luigi Cherubini” in un programma di grande fascino che accosta il rarissimo Concerto per violoncello di Gaetano Ciandelli e quello notissimo di Franz Joseph Haydn n. 2 in re maggiore Hob: VIIb: 2 ad una intensa pagina dello stesso Giovanni Sollima dal titolo eloquente: Sollima Feacit Neap. 17.

Il giorno seguente, martedì 22 novembre, un altro grande talento italiano raggiungerà il palco del Rossini: quello della pianista pugliese Beatrice Rana, considerata la più famosa e attiva pianista italiana nel mondo. Lanciata nel 2013 dalla vittoria al Concorso Van Cliburn di Fort Worth negli Usa, in soli nove anni ha compiuto una favolosa carriera internazionale che l’ha portata a esibirsi sui maggiori palcoscenici del mondo, con le più grandi orchestre al fianco di grandi direttori quali Antonio Pappano, Yuri Temirkanov, Valery Gergiev, Riccardo Chailly, Zubin Mehta e a firmare un contratto di esclusiva con la prestigiosa etichetta Warner Classics. Intensissimo il suo programma che accosta un’antologia di Preludi e Studi di Alexander Scriabin e la Seconda Sonata op. 35 di Chopin “Marcia funebre” alla colossale Sonata n. 29 op. 106 “Hammerklavier” di Beethoven.

Giovedì 24 novembre gradito ritorno sul palcoscenico del Teatro Rossini per uno degli artisti lughesi più in vista in campo internazionale: stiamo parlando del controtenore Carlo Vistoli, protagonista di importanti produzioni barocche in tutto il mondo al fianco di William Christie, John Eliot Gardiner, Andrea Marcon, Cecilia Bartoli e Philippe Jaroussky, per l’occasione qui in duo col pianista Filippo Pantieri: articolato e ben congegnato il suo programma che inanella arie di Händel, Vivaldi, Mozart, Rossini e Gluck (la celebre “Che farò senza Euridice”).

Chiusura del festival mercoledì 30 novembre con la Filarmonica Arturo Toscanini diretta da Roberto Perata, con la partecipazione della giovane e brillante pianista milanese Costanza Principe impegnata a suonare il bellissimo Concerto n. 21 in do maggiore K 467 di Wolfgang Amadeus Mozart, per lasciare poi spazio (dopo prevedibili bis) alla Sinfonia n. 4 in si bemolle maggiore op. 60 di Ludwig van Beethoven.

INFO: 0545 38542, info@teatrorossini.it, www.teatrorossini.it