Darsena foto di Francesca Santarella

Dopo l’inaugurazione del “Darsenale”, prosegue la lenta riqualificazione del lato in destra Candiano della Darsena di Città, e ci auspichiamo che le Istituzioni inizino davvero a crederci e collaborare con chi deve investire nella Ravenna del futuro per cui da anni ci battiamo. Gli edifici di archeologia industriale costituiscono, con il Candiano, il patrimonio storico unico e speciale del quartiere ma, oltre alle difficoltà per le operazioni non semplici di recupero, debbono scontrarsi con gli “extra-oneri” imposti dal POC Darsena che l’amministrazione volge a proprio carico e che, alla luce dei fatti, dopo quasi quattro anni dall’approvazione del POC, rischiano di dare il colpo di grazia. Nel frattempo, incurie, degrado e piccoli crolli continuano ad avanzare. Non dimentichiamo, ad esempio, che per il magazzino ex Sir, l’unico dichiarato bene culturale di tutta la Darsena e per cui speriamo sia finalmente giunta l’ora della rinascita, le manutenzioni per la sua conservazione sono previste dall’articolo 9 delle nostra Costituzione ed obbligatorie, perché imposte dal Codice del Beni Culturali, con buona pace di chi scorda le leggi o non le fa rispettare.  Vediamo nel dettaglio qualche considerazione: 1) la risarcitura superficiale degli apparati statici, cls, laterizio, legno, costa circa 230 euro al m2 che, per parte orizzontale e parte verticale, incidono sulla superficie utile in pianta, ad esempio per l’ex Sir o per i Silos Granari, nella misura fino al doppio. A ciò si sommi la necessità, spesso, non solo di miglioramento ma anche di adeguamento sismico, vuoi anche solo prudenziale; 2) aggiungiamo i 1.500 euro al m2 di costo di costruzione delle opere perché, al primo punto, abbiamo sistemato solo l’involucro esterno; 3) si aggiungano inoltre, le opere di sistemazione esterna, verde, parcheggi e strade. All’imprenditore che sostiene questi costi necessari per i servizi di un quartiere di buona qualità, il POC Darsena aggiunge gli oneri di urbanizzazione più gli extra-oneri, che incidono, data la grande dimensione dei comparti ex industriali, dal milione di euro in su. Senza contare, poi, l’iter burocratico del Piano Urbanistico chee non di rado raggiunge i tre anni di calvario. Visto che qualcosa si sta iniziando a muovere, dimostrando che quanto previsto dal POC Darsena non era soltanto un sogno, riteniamo che gli oneri ed extra-oneri di urbanizzazione, almeno per gli edifici del patrimonio industriale, andrebbero riveduti, o meglio rimossi. Si consenta di operare con SCIA di ristrutturazione rispetto a tutte le destinazioni compatibili con la residenza, almeno per gli edifici in essere e inutilizzati o sottoutilizzati. L’Amministrazione faccia la sua parte, altrimenti, non potremo piangere poi per le ennesime occasioni mancate…

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