Leggiamo della sentenza in primo grado che condanna i vertici di Autorità Portuale e di CMC per l’occupazione abusiva di ben otto casse di colmata con i rifiuti provenienti dal dragaggio del canale portuale.

Una sentenza che potrebbe minare il percorso dell’ormai mitologico nuovo progetto di escavo, che attende di essere partorito da oltre un decennio.

Si legge infatti che i condannati dovranno ripristinare lo stato dei luoghi, come è obbligato a fare qualsiasi cittadino reo di aver smaltito rifiuti senza titolo e di aver danneggiato l’ambiente. E come verranno bonificati e ripristinati, visto che il progetto di Hub Portuale si basa sullo sfruttamento delle casse di colmata Nadep, già strapiene e da liberare mediante conferimento dei sedimenti (o meglio dei rifiuti) attualmente presenti alle casse di colmate Trattaroli, che vanno anche esse svuotate in quanto fuorilegge? Le casse Nadep, dopo che saranno innalzati gli argini attuali a 8,5 metri, dovrebbero accogliere i nuovi fanghi dell’escavo previsti nel progetto Hub Portuale.

La già devastata penisola Trattaroli, che si affaccia su ciò che resta della pialassa del Piombone, è stata presentata durante gli incontri pubblici come il sito su cui l’Autorità Portuale conta di puntare per lo sviluppo del Porto. Più che dei terreni delle logistiche 1 e 2, di cui di certo si sa solo che accoglieranno milioni di metri cubi di fanghi sedimentati, si è parlato del terminal container da 20 ettari in progetto per conto di TCR, partecipata di Sapir con a capo l’ex vicesindaco Mingozzi, che ha l’obiettivo di passare da 200/250 mila container movimentati a 450/500 mila. Tutto lascia quindi supporre che le enormi casse di colmata dei Trattaroli, che si ergono ad 8 metri su ciò che resta della Pialassa dei Piomboni, verranno ulteriormente costipate di altro materiale al fine di rimettere in funzione la cassa Nadep e indi costruire il terminal, e non certo svuotate come chiesto ai condannati. E chi paga, visto che CMC è arrivata al concordato? Inoltre, varrebbe la pena ricordare che alla fine del 2018 sono scadute diverse concessioni demaniali del porto, tra cui quella a Sapir. E’ giusto rinnovarle? Sapir, che esce indenne dal processo e che ha beneficiato, tra l’altro, anche dei milionari affitti delle casse di colmata all’Autorità Portuale.

Insomma, ciclopiche montagne di fanghi, vecchi e nuovi, saranno movimentate e smaltite non si dove e nemmeno quando su tutto il territorio intorno al porto, pialassa del Piombone compresa. E così vien da pensare che nel migliore dei casi i reati resteranno di fatto impuniti per le insostenibili operazioni di bonifica, nel peggiore chi pagherà saranno sempre i cittadini.