Abbiamo letto con sconcerto che il progetto di spostamento del Monumento ai Caduti del Mare, rappresentato da un bellissimo Marinaio scolpito nel 1963 dal celebre artista ravennate Giannantonio Bucci, procede imperterrito.

L’operazione è scandalosa e grida vendetta: un opera d’arte di indiscusso pregio viene messa a morte, e con lei muoiono un’altra volta tutti i marinai valorosamente scomparsi nell’adempimento del loro dovere.

Il perché è presto detto: anche un dilettante sa che il materiale con cui è realizzata l’opera, ovvero il travertino, è una roccia molto porosa, sensibile al gelo e alla salsedine. L’aerosol marino a cui verrà sottoposto costantemente il Marinaio, esposto in riva al mare presso il terminal crociere di Porto Corsini presso cui dovrebbe essere spostato, lo danneggerà nel giro di pochi anni, per poi condurlo alla morte, oppure costringerà gli enti competenti (Comune, Autorità Portuale?) a continue e costosissime operazioni di conservazione e restauro. Come ad esempio accade ogni giorno per la Fabbrica Vecchia ed il Marchesato, sottoposte alle amorevoli cure delle pubbliche amministrazioni, in primis l’Autorità Portuale che ogni anno mette a bilancio come ultime voci i denari per il recupero, che mai avviene. Ed intanto i due monumenti più antichi del nostro Porto e di Marina di Ravenna crollano vergognosamente.

Perché? Perché dobbiamo leggere che l’assessore alla cultura Signorino, coordinatrice tramite il Comune di Ravenna dell’operazione, si fa portavoce della Soprintendenza, dichiarando che è tutto a posto? Perché RavennAntica si deve occupare di un restauro in concomitanza dello spostamento, e poi magari di tutti quelli successivi, conseguenti al danneggiamento dell’opera posta in ambiente non idoneo ed altamente aggressivo?

Perché dobbiamo assistere impunemente allo spostamento ed al danneggiamento delle nostre opere d’arte pubbliche, specialmente questa, legata simbolicamente a tante vite valorosamente spese per il mare, per il lavoro e per la patria?

Siamo perfettamente d’accordo con l’intenzione di Propeller, dell’Associazione Marinai d’Italia e delle aziende che hanno collaborato, di abbellire il terminal con un’adeguata opera d’arte per accogliere i visitatori nella nostra città: ma non quella! Si indica un concorso e si realizzi una nuova opera d’arte con materiali adatti, anziché spogliare la nostra Darsena di città per mandare a morire il Marinaio in riva al mare.

La Soprintendenza, anziché lavarsene le mani dichiarando che la statua non ha valore, dica qualcosa! L’assessore Signorino ci dichiari tramite la perizia di un esperto che il travertino è materiale adatto all’esposizione all’ambiente marino. Chiederemo tutto questo agli enti competenti, per provare a salvare il Marinaio ed il nostro patrimonio artistico e culturale, il patrimonio di tutti noi, della nostra Darsena e della nostra Ravenna.