Di oggi, la notizia riportata su vari quotidiani ravennati, della conclusione della gara eseguita da ADSP per l’attribuzione e gestione dell’impianto di depurazione dei fanghi di escavo del canale Candiano, che diventerà operativo a metà 2026 e sarà gestito dall’unico partecipante alla gara pubblica fino al 2030.

Questo impianto costerà 110 milioni di euro del PNRR e servirà al lavaggio dei fanghi di escavo del canale Candiano, per portare quest’ultimo alla profondità di -14.5 metri.

Ancora non si capisce la seconda trance di escavo che porterà da -12.5 m a -14.5 m la profondità del canale Candiano, il cui costo non è certamente irrisorio essendo di 42 milioni di euro e che, come molti avranno inteso, è una profondità che si vuole ottenere solo ed esclusivamente per non ricorrere a futuri interventi manutentivi per almeno dieci anni, ma che non porterà alcun beneficio al traffico commerciale ravennate. Ora le domande, oltre alla necessità di tale esagerata profondità di scavo, nascono spontanee su cosa accadrà all’impianto dopo il 2030 e che fine faranno le acque di lavaggio, che lavando fanghi inquinati diventeranno a loro volta acque inquinate.