Domenica 7 ottobre si svolgerà la PerugiAssisi 2018, una Marcia della Pace che mai come quest’anno porta con sé un carico emotivo molto rilevante. Sono molte le associazioni che hanno aderito dalla provincia di Ravenna: Cgil, Anpi, Arci, Libera, Acli, Legambiente e il Coordinamento per la Pace di Bagnacavallo. Dal Ravennate partiranno sei pullman.

Il percorso può essere compiuto su due distinte distanze. Il più lungo prevede il tratto da Ponte San Giovanni ad Assisi per un totale di 18 chilometri. La tratta più breve sarà invece Santa Maria degli Angeli – Assisi per una durata di 5 chilometri.

Come si legge nell’appello della Tavola della Pace: “alcune delle più importanti conquiste dell’umanità rischiano di essere progressivamente cancellate o annullate: l’universalità dei diritti umani, il diritto alla dignità, il principio di uguaglianza e di giustizia, la democrazia. Tante persone stanno cedendo alla paura e all’insicurezza, alla sfiducia e alla rassegnazione, assumendo gravi atteggiamenti di chiusura, indifferenza e rabbia”.

“Decenni di individualismo sfrenato – fa notare la Tavola della Pace- e di rincorsa dell’arricchimento hanno cancellato in molti il senso della pietà e del bene comune, il valore della solidarietà e della condivisione, l’importanza dell’impegno democratico. E oggi finiscono per alimentare una politica priva di lungimiranza, etica, efficacia, credibilità e per dettare decisioni sbagliate che aggravano i problemi anziché risolverli”.

Per questi motivi la Marcia della Pace ha un valore intrinseco ancora più importante quest’anno. C’è bisogno di reagire. Non sarà una Marcia a cambiare la situazione, ma è nostro dovere morale uscire allo scoperto. Chi istiga all’odio, lo fa quotidianamente su tutti i mezzi di comunicazione; è ora che anche chi ritiene che esista una via alternativa abbia il suo spazio. La Marcia vuole essere fonte di ispirazione, uno stimolo alla fratellanza, per percorrere insieme non solo la Perugia-Assisi, ma una strada ancora lunga che inevitabilmente ci troviamo all’orizzonte. Uniti, collaborativi e comprensivi verso il prossimo, possiamo pensare di uscirne vincitori, di poter dimostrare con una quotidianità fatta di rispetto, fiducia e cortesia che la società può cambiare, che non tutto è perduto.