Il complesso monumentale di San Giacomo è talmente prestigioso da essere considerato alla stregua della Reggia di Colorno o del Palazzo Ducale di Sassuolo degli Estensi. La sua rilevanza architettonica ed artistica ha indotto ciclicamente le Amministrazioni pubbliche ad impegnarsi nella restituzione della dimora seicentesca, dopo un auspicato profondo ed accurato restauro sotto il controllo e l’egida della Soprintendenza per i beni ambientali ed architettonici, alla fruizione pubblica, e di individuare  una destinazione d’uso confacente alla maestosità storica del manufatto e alle istanze di utilizzo “intelligente”.

Molte le ipotesi individuate nel tempo, alcune suggestive e di grande respiro, ma a tutt’oggi il Palazzo non è riuscito a rivivere né ad esprimere il suo valore identitario e la  sua vocazione.

Voluto dai Rasponi per celebrare i fasti della casata anche in virtù del sapiente inserimento di alcuni dei suoi membri nella gestione del potere pontificio fin dalla seconda metà del Cinquecento, il Palazzo rimase per secoli proprietà della famiglia ma dopo la morte di Alessandro Rasponi iniziò la decadenza della casata patrizia che trascinò con sé anche il destino del Palazzo che, dopo varie vicissitudini, fu acquistato dal Comune di Russi nel 1975 che, a partire dal 1980 ha avviato una campagna di restauri e consolidamento strutturale del manufatto, i quali tuttavia non hanno impedito al degrado di avanzare inesorabilmente portando la fabbrica all’attuale stato di fatiscenza e abbandono.

Recentemente, nell’ambito delle attività di ricerca per tesi praticata  presso il Corso di Ingegneria edile – Architettura dell’Università di Bologna, è stato reperito un dipinto inedito ad olio di un noto paesaggista del Settecento in cui è rappresentata in tutta la sua magnificenza la reggia dei Rasponi, che appare maestosa ma al contempo raffinatissima con il fronte principale rivolto al Lamone da cui si perveniva mediante un corredo di giardini, ingresso ad esedra, portali adornati da ben dodici statue, fontane, ecc… a conferma del prezioso patrimonio che (unitamente alla Villa Romana), arricchisce il paesaggio russiano.

La sua vastità e il suo valore artistico e  culturale nonchè l’organizzazione storica del territorio di riferimento, che confinava a nord con il fiume Lamone utilizzato per i trasporti fluviali,  sino alle valli di Savarna ed oltre al Po di Primaro, meritano rispetto e altissime competenze per definire progetti di riconversione ed utilizzo del bene che non offendano e deturpino una parte così importante della nostra storia locale e nazionale.

Il nuovo progetto che l’attuale Amministrazione Comunale di Russi con il Sindaco Retini si appresta a presentare alla cittadinanza, a nostro parere è totalmente disorganico ed estraneo alla dimensione identitaria del bene e alla sua tutela poichè mescola in modo forzoso e utilitaristico valori culturali con esigenze “politiche” per  creare motivazioni e giustificazioni all’insediamento di Power Crop nel processo di riconversione dello zuccherificio in centrale a biomasse. Operazione a danno dei cittadini che oltre al paesaggio agrario facente capo alla grandiosa villa resta schiacciato dalla imponente mole della centrale a biomasse e mette a rischio le culture tipiche e specializzate che con tale presenza andranno a perdere come  certificazione di qualità.

Risulta addirittura provocatoria la presentazione di un progetto di “Parco diffuso”, di un “Polo delle energie rinnovabili” in cui l’aspetto didattico viene usato come alibi per informare e insegnare alle nuove generazioni … che cosa?

Progetti celati sotto nomi altisonanti e incomprensibili ai più.

La verità è che un territorio così ricco di storia è stato trasformato in un bacino dove si diffonderanno fuoriuscite di varia natura. Le amministrazioni di sinistra, che storicamente hanno salvaguardato il bene comune, appaiono a molti cittadini  piegate al dio denaro e alla speculazione.

Il Pd è attento veramente alla difesa della salute pubblica e del territorio?

A molti cittadini russiani sembra che gli investimenti finanziati da Power Crop  come compensazione abbiamo il solo obiettivo di ingraziarsi la cittadinanza.

Evidenzio che Errani Governatore diede l’autorizzazione unica V.I.A. nel 2011 per la costruzione della centrale biomasse in zona SIC e ZPS, Sito di Importanza Comunitaria.

I cittadini si chiedono come mai il Consiglio di Stato ribaltò nel 2014 la sentenza negativa del TAR di Bologna con sentenza favorevole alla costruzione della centrale a biomasse.

Marabini Maria puntualizza che il dott. Andrea Flamigni, che sostiene come candidato a sindaco per la lista civica RUSSI LIBERA E SICURA, vigilerà sempre perchè la realizzazione delle opere architettoniche sia in sintonia con le leggi vigenti.

Si attiverà, senza se e senza ma, per un monitoraggio costante della qualità dell’aria con Istituti accreditati e centri universitari “trasparenti”.

Marabini Maria, Segretaria Lega Russi