In seguito alla notizia della scoperta del deposito di droga, dove sono stati trovati otto quintali di hashish e marijuana, in un’ex porcilaia nei pressi dell’ex zuccherificio di Russi, Massimo Manzoli Capogruppo in Consiglio Comunale di Ravenna In Comune ha voluto evidenziare che si tratta del terzo grande sequestro di droga avvenuto attorno alla nostra città.  “Una presenza così massiccia della grande criminalità organizzata significa che sul territorio è presente una fitta rete di controllo e smercio dei traffici illeciti da esso derivanti che, troppo spesso, vengono affrontati e trattati come temi di microcriminalità. Questo tema  – sottolinea Manzoli – non è mai entrato nella discussione politica ravennate”

“Nell’ottobre 2017 la stampa parlò di “uno dei sequestri più ingenti, degli ultimi 20 anni, su tutto il territorio nazionale” riferendosi alle oltre due tonnellate di quantitativo di droga sequestrata dai Carabinieri del Comando Provinciale di Ferrara, del Nucleo Operativo e Radiomobile di Comacchio, assieme ai Carabinieri Forestali dell’Ufficio Territoriale della Biodiversità di Casal Borsetti (RA), poco a nord di Ravenna. A novembre l’ormai nota vicenda di Savio con il sequestro di 2,5 tonnellate di droga arrivate via mare, che avrebbero fruttato non meno di 20 milioni di euro. Il tutto confermato da una bella infografica de “Il Sole 24 Ore” che mostra la provincia di Ravenna al 12esimo posto per sequestri di droga in Italia, seconda peggior provincia dopo Parma” – spiega il consigliere.
“A fianco dell’ottimo lavoro svolto dalle forze dell’ordine e dall’ormai ex prefetto Russo, questo tema non è mai entrato nella discussione politica ravennate. Abbiamo provato a sollevarlo in un consiglio comunale straordinario sul tema della sicurezza non ricevendo alcun tipo di risposta da parte della Giunta.
Crediamo, invece, che sia essenziale capire il tema, affrontarlo e trovare soluzioni con tutti gli enti preposti. Una presenza così massiccia della grande criminalità organizzata significa che sul territorio è presente una fitta rete di controllo e smercio dei traffici illeciti da esso derivanti che, troppo spesso, vengono affrontati e trattati come temi di microcriminalità. Siamo fermamente convinti che utilizzare termini come “ripulire il centro storico”, ipotizzare regolamenti al limite dell’assurdo, non siano affatto utili a risolvere il problema alla radice ma siano solo un rincorrere politiche destrorse che tanto vanno di moda nel nostro Paese. E’ necessario, invece,  aprire un dibattito serio sul tema, capire perché Ravenna stia diventando sempre più attrattiva e centro di smistamento. Soprattutto, di droghe leggere.
E’ necessario che all’azione della magistratura venga affiancata anche una forte azione di analisi e discussione politica, aperta e trasparente, che parta proprio dalla presa di responsabilità della giunta a riferire in consiglio comunale (primo organo di rappresentanza di tutta la cittadinanza) su questi temi invece di rimbalzarli come un muro di gomma, come successo in passato”.