L’Associazione Femminile Maschile Plurale capofila del Progetto Pluriverso di genere terza edizione, nasce a Ravenna nel 2008 ed è composta da donne e uomini che condividono l’appartenenza all’esperienza femminista con l’obiettivo di far conoscere e trasmettere una storia e una cultura dei generi grazie alla produzione e al sostegno di attività di studio, ricerca, divulgazione mediante la promozione di incontri pubblici e la collaborazione con altre associazioni, istituti culturali. Il progetto formativo Pluriverso di genere, terza edizione è stato progettato e realizzato dalle Associazioni Femminile Maschile Plurale, Psicologia Urbana e Creativa e Lucertola Ludens, in compartecipazione con il Comune di Ravenna, Assessorato Pubblica istruzione e infanzia e politiche e cultura di genere, aderendo inoltre al progetto dell’assemblea Regionale dell’Emilia Romagna ConCittadini un percorso promosso dall’Assemblea legislativa in collaborazione con il sostegno dell’Ufficio Scolastico Regionale per l’Emilia-Romagna. Pluriverso di genere è un percorso di formazione rivolto alla comunità educante, che mira a favorire in docenti e studenti attenzione culturale che consideri alla diversità come una ricchezza, una maggiore consapevolezza sulla origine degli stereotipi e pregiudizi, una migliore percezione di se stessi e delle proprie capacità di ascolto e un confronto con i differenti modelli di femminile e maschile nelle diverse culture. L’obiettivo del convegno tenutosi a Ravenna, il 21 aprile presso l’Almagià e realizzato in collaborazione con l’assessorato alla Pubblica istruzione e infanzia, politiche e cultura di genere, è stato quello di far dialogare i diversi soggetti del territorio impegnati in progetti di educazione al genere e alle differenze all’interno delle scuole, ricavandone utili indicazioni di metodo e strumenti per far crescere e radicare buone pratiche didattiche. Il progetto Pluriverso di genere promuove l’educazione al rispetto dei generi e delle differenze, valorizzando le quali è possibile garantire sostanzialmente il principio di uguaglianza sancito dall’articolo 3 della Costituzione italiana: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”. La nostra Costituzione non si arresta al solo riconoscimento dell’uguaglianza formale: essa va oltre assegnando allo Stato il compito di creare azioni positive per rimuovere quelle barriere di ordine naturale, sociale ed economico che non consentirebbero a ciascuno di noi di realizzare pienamente la propria personalità. Questo passaggio concettuale è pregnante, poiché consente di affermare che le diseguaglianze di fatto o le posizioni storicamente di svantaggio devono essere rimosse. Attraverso l’uguaglianza sostanziale, lo Stato e le sue articolazioni si assumono l’impegno di rimuovere gli ostacoli che limitano la libertà e l’uguaglianza. Alla luce dei diritti costituzionali sopracitati, l’educazione al rispetto dei generi è uno strumento idoneo a incidere sia sugli stereotipi legati al genere che sulla diffusione di immagini e di comunicazioni discriminatorie e sessiste, sul fenomeno della violenza di genere e del bullismo nelle scuole. Fare riferimento a diritti costituzionali e da garantire significa aderire ai diritti riconducibili al diritto di autodeterminazione, alla libertà personale fisica e psichica, al diritto alla salute da intendersi nella sua dimensione fisica e psichica. Per completare il quadro dei principi costituzionali di riferimento, inoltre, è imprescindibile fare riferimento non solo alla dimensione dei diritti individuali, ma anche a quella dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale espressamente individuati dall’articolo 2 della Costituzione italiana. Anche La Convenzione del Consiglio d’Europa del 2011 ratificata con la legge 2013, individua obiettivi specifici riguardo la protezione e la prevenzione tra le altre di ogni forma di discriminazione, la promozione della concreta parità fra i sessi, la predisposizione di un quadro globale, di politiche e misure di protezione e assistenza a favore delle vittime di violenza, la promozione della cooperazione internazionale, il sostegno e l’assistenza alle organizzazioni e alle autorità incaricate. Per diffondere una cultura dei diritti umani già nelle scuole è quindi fondamentale riuscire a contrastare ogni forma di discriminazione, ciò richiede da parte degli adulti e quindi delle docenti e dei docenti la capacità di saper affrontare, argomenti come la diversità e la giurisprudenza in materia di genere.