La rete italiana Donne in nero ha inviato una lettera alle Autorità e ai Sindacati per chiedere “quale priorità per l’italia: un’economia di guerra o un’economia per la vita?” In questi tempi di pandemia l’unica industria che non conosce crisi sembra essere quella militare. Per le armi crescita costante. Per la salute no. I dati aggiornati SIPRI sulle spese militari mostrano un continuo aumento globale. Anche in Italia c’è un aumento di oltre il 6% rispetto al 2019 e si continuano ad acquistare nuovi sistemi d’arma. “Mai come in questo momento è necessario porre un freno a questa insensata corsa agli armamenti e sperpero di risorse pubbliche, a favore di una riconversione in spese sociali per sanità, istruzione, welfare, ambiente”.

Di seguito la lettera inviata da Donne in nero alle Istituzioni.

QUALE PRIORITÀ PER L’ITALIA:
UN’ ECONOMIA DI GUERRA O UN’ ECONOMIA PER LA VITA ?

“L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali” (art. 11 della Costituzione)

“Ripudia” è un’espressione decisa, che non ammette sofismi e compromessi.
L’Italia invece continua a dotarsi di sofisticati e costosissimi sistemi d’armi d’attacco. Alcuni esempi:

  • il Documento Programmatico per la Difesa 2015-17 prevede l’acquisto di 90 F35, cacciabombardieri con capacità nucleare dal costo medio unitario di 110 milioni di euro.
  • La portaerei Cavour, appena ristrutturata con una commessa di 90 milioni per Fincantieri, Leonardo e due consorzi pugliesi, Sican e Cut, partirà da Taranto per gli USA dove effettuerà test con gli F35B a bordo.
  • Il 14 novembre 2019 è stato consegnato alla Guardia di Finanza il primo di 22 elicotteri AW169M, Leonardo. La spesa complessiva sarà di 280 milioni di euro, ai quali se ne possono aggiungere altri 100 per servizi aggiuntivi. È un elicottero militare, dotato tra l’altro di transponder per l’individuazione amico/nemico.
  • Il Documento programmatico per la Difesa 2018-2020 stabilisce l’accordo tra i Ministeri della Difesa, del Tesoro e dello Sviluppo economico per l’acquisto di quattro nuovi sottomarini d’attacco U212NFS per una spesa di due miliardi, reperiti dal Fondo per il finanziamento degli investimenti e dello sviluppo infrastrutturale del paese.
  • I Cantieri Marionette del Wisconsin, acquisiti nel 2008 per “soli” 120 miliardi da Fincantieri (che

ricordiamo è controllata da Cassa Depositi e Prestiti), produrranno per una super commessa USA di 5,5 miliardi di euro una fregata FREMM, fregata missilistica d’attacco. In questo modo Finmeccanica compenserà la produzione di navi da crociera, in crisi a causa del coronavirus.

Inoltre la NATO e gli USA chiedono all’Italia di portare il bilancio della Difesa, attualmente di 25 miliardi, dall’1,4% del PIL al 2%, con l’aumento di 10 miliardi di spesa.
In generale non si tratta ormai solo di finanziamento della Difesa, ma di un chiaro e organico progetto di sviluppo economico, come auspicato da Alessandro Profumo, amministratore delegato di Leonardo, nella audizione informale in Commissione Difesa del Senato il 9 maggio dello scorso anno.

In questo contesto ci inquieta la recente “Proposta di Legge Speciale a supporto del rinnovamento dello strumento militare terrestre”, la cosiddetta “Legge terrestre”, secondo la quale nei prossimi 5/6 anni si dovrebbero garantire all’esercito italiano 5 miliardi di euro di fondi aggiuntivi destinati all’acquisto di carri armati, mezzi blindati, elicotteri multiruolo. Ci auguriamo che in sede parlamentare questo progetto venga bloccato.

Chiediamo anche di fermare tutti gli ulteriori investimenti per gli F-35, dentro una cornice di spesa che, come richiesto dal movimento “Sbilanciamoci” , non superi l’1% del PIL.

Nella gravissima crisi attuale causata dalla pandemia da Covid 19, l’economia di guerra può apparire a molti l’economia del futuro.

Noi Donne in Nero, da sempre contro la guerra e contro ogni forma di violenza, comunque si presenti e venga propagandata, non accettiamo che il nostro governo pratichi una politica economica che tragga profitto da strumenti di morte.

L’industria militare può essere riconvertita ad uso civile, per la prevenzione e la cura della salute di tutti gli esseri viventi e dell’ambiente, per il sostegno economico a chi è colpito dalla crisi, per la difesa e la promozione della cultura, dell’istruzione pubblica, dell’arte e del bello.

Sui temi al centro di questa lettera si sono espressi, in occasione della pandemia da Covid-19, altri soggetti, laici e religiosi, movimenti, reti e associazioni della società civile del nostro Paese che hanno elaborato precise analisi e riflessioni. Condividendole pienamente, ci permettiamo di sottoporle, in allegato, alla vostra considerazione”.