L’ultima proposta di Dino Amadori: creare un Istituto Scientifico Romagnolo dedicato alla lotta al cancro

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Un impoverimento del sistema sanitario nazionale, un vuoto autentico, un medico con una singolare capacità di fare squadra e dirigere senza essere mai ingombrante. Così viene ricordato oggi il professore Dino Amadori, scomparso improvvisamente nella giornata di ieri per un malore. Ideatore dell’Istituto Oncologico Romagnolo, fondatore dell’Istituto Scientifico Romagnolo per lo Studio e la Cura dei Tumori di Meldola, Amadori è stato in prima linea lungo tutto l’arco della sua vita personale e professionale nella lotta contro il cancro. Proprio a Faenza, in occasione della donazione del casco refrigerante a favore delle pazienti oncologiche, aveva rilanciato la sua ultima proposta, che oggi suona quasi come un appello ai suoi collaboratori e al sistema sanitario nazionale, una sorta di testamento professionale: creare un Istituto Scientifico Romagnolo per lo studio e la cura dei tumori della Romagna, mettendo in rete tutti i reparti di oncologia romagnoli e mettendo a disposizione dei pazienti le terapie più avanzate per la cura delle patologie oncologiche