11/03/2018 – Martedì 13 Marzo alle or 20,30 al Teatro Rossini di Lugo “Rossini Ouvertures”. La lettura della cronaca dell’epoca sulla vita di Gioachino Rossini, quello che di lui dissero altri grandi compositori, in special modo Beethoven, ha acceso il mio interesse per conoscere l’aspetto psicologico dell’uomo Rossini. Mazzini lo definì : un titano di potenza e di audacia, il Napoleone di un’epoca musicale”. Wagner disse che “ fu il primo, vero, grande, venerabile uomo mai incontrato nel mondo della musica”. Una personalità così potente e incredibile capace di comporre in soli 13 giorni il Barbiere di Siviglia mi ha letteralmente riempito la testa di suggestioni, di immagini, di simboli, di scene non legate alle singole opere del musicista, ma piuttosto un atterraggio su quel mondo, un’esplorazione per cercare, “vedere” attraverso le potenti immagini sonore di Rossini, lasciarmi trasportare da tutta quella forza e poter immaginare per un attimo di averlo conosciuto! Rossini fu disconosciuto nell’epoca in cui il pubblico ancora si riconosceva in una produzione destinata al consumo immediato, che riflettesse le aspirazioni di una società in trasformazione; una produzione, in qualche modo, interessata al “realismo”. Oggi invece il pubblico crede meno in una produzione contemporanea e si reca a teatro principalmente alla ricerca di un’evasione estetica e insieme “culturale” dalla vita quotidiana. E’ verosimile che gli ideali estetici di Rossini, volti al conseguimento del sublime, si trovino in immediata sintonia con quelli “antirealistici” dello spettatore moderno. In questa direzione, leggendo di questa storia di questo straordinario artista che improvvisamente sparisce dalle scene…come da una semplice conversazione e poi ritorna esclamando.. “ Allora dove eravamo rimasti?” ..tutto questo è in questo progetto dove Spellbound percorre la strada di un sogno fatto di tanti momenti, di tante situazioni diverse, di personaggi che tutti insieme raccontano di uomini soli, divertiti, tristi e coraggiosi,in una grande stanza bianca dove scorrono e si mescolano i sapori e i colori di una vita piena, anche di problemi, ma con il gusto di viverla questa vita ..con la stessa arguzia di Rossini che inebriato dalla sua stessa creatività e dalla sua traboccante energia seduceva senza sosta… Una grande stanza bianca come un immensa tela dove proiettare e amplificare i propri demoni e i propri desideri per poterli mostrare ..ma dove tutto può essere cancellato come in una lavagna. Così come Rossini improvvisamente spariva.”