07/03/2018 – affianca e sostiene la petizione del Comitato cittadino di Lido di Dante, indirizzata al sindaco, “Per ripristinare l’area cani da Lido di Dante”, primo firmatario il presidente Pasquale Minichini. La raccolta di firme è in atto, peer mezzo degli attivisti del Comitato, da giovedì 1° marzo: ma si può firmare anche in paese presso l’edicola Guiducci di viale Catone e il bar Livingston di via Marabina e da oggi presso l’ufficio di Lista per Ravenna, nel palazzo comunale di piazza del Popolo. Fino al 2015, nelle spiagge di Ravenna c’erano, durante la stagione balneare, tre aree cani, disposte rispettivamente, con ordinanza del sindaco, a Casal Borsetti, Lido di Dante e Lido di Classe. Quella di Lido di Dante era localizzata a 50 metri dalla foce dei Fiumi Uniti, lungo 100 metri di spiaggia, oltre i quali, fino al Bagno Passatore, c’erano 300 metri di spiaggia libera, intensamente frequentata. Da allora, Lido di Dante ha però perduto la sua area cani. Anche quest’anno non si ha notizia che sia ripristinata. Intensificandosi nella stagione estiva il riprovevole fenomeno dell’abbandono di animali domestici, anche a causa delle limitazioni alla circolazione degli animali disposte soprattutto nelle zone turistiche, si lamenta nella petizione come la perdita dell’area cani di Lido di Dante rappresenti un ulteriore incentivo a tale malcostume, tanto più deprecabile in quanto la spiaggia del paese, privata ora di tale area, rischia ogni anno di subire lo scorazzamento in lungo e in largo di cani, anche di grossa taglia, ad opera di proprietari irrispettosi. Essendo molte le famiglie che prediligono le spiagge dotate di un’area cani, la petizione ne sottolinea il danno grave per l’economia turistica della località, come dimostrano le numerose richieste già pervenute a Lido di Dante di conoscerne la disponibilità nella prossima estate, quale condizione per prenotarvi il soggiorno. Oltre tutto – si duole il Comitato cittadino – a Lido di Dante mancano, insieme alle famiglie interessate all’area cani, i bagnanti che frequentavano la spiaggia libera confinante, ma anche i turisti delle imbarcazioni da diporto, causa la mancanza di un accesso al mare per i piccoli natanti, a cui non si è mai dato corso: per non dire di altre situazioni, purtroppo note, estranee alla qualità dell’accoglienza e della ricettività, che condizionano negativamente l’imprenditoria locale. Di qui l’urgenza di ridare a Lido di Dante, come primo atto, la sua area cani, che spinge la cittadinanza di Lido di Dante a chiedere al sindaco di concordare con l’Autorità Marittima l’utilizzo del tratto di spiaggia utile al suo ripristino, quale unica condizione necessaria per emettere l’ordinanza che lo destina a tale scopo per la stagione turistica 2018. LA SPIAGGIA E’ PUBBLICA La petizione, ben conoscendo che la ritrosia del 07 a riattivare l’area cani, come anche la spiaggia libera, è dovuta all’opposizione di una società immobiliare che rivendica la proprietà della porzione di lido interessata, è integrata da una “nota giuridica” che documenta, sulla base costante della massima giurisprudenza, come, a causa nel tempo dell’erosione marina, il confine della proprietà privata si sia ristretto ad ovest della spiaggia, essendo spiagge e lidi – per la loro natura giuridica, dettata dal Codice civile – di appartenenza del demanio statale marittimo, dunque ad uso esclusivamente pubblico. In particolare, la sentenza della Cassazione penale n. 17424 del 28 aprile 2016 ha stabilito che “l’appartenenza al demanio marittimo non deve necessariamente essere stabilita sulla base delle risultanze catastali, ben potendo ricavarsi dalla esistenza di caratteristiche naturali di demanialità…”. Alla società che rivendica di essere tuttora proprietaria del tratto di spiaggia è stata peraltro rigettata la querela che aveva avanzato contro cittadini da lei considerati dei “frequentatori abusivi”. Nulla importa dunque che della formale delimitazione dei nuovi confini catastali, la cui procedura è stata attivata dalla Capitaneria di Porto locale, su richiesta di Lista per Ravenna, già nell’aprile 2015, non si sia più – a distanza di tre anni! – saputo nulla. Basta solo – conclude dunque la petizione – “la manifestazione di una volontà politica: quella che congiuntamente si chiede di esprimere, per le rispettive competenze, al Comune di Ravenna e all’Autorità Marittima, rispettivamente nelle persone del sindaco Michele De Pascale e del ministro Graziano Delrio, che ne sono a capo”.