Ponte Grattacoppa sul fiume Lamone. Ci passano per forza, tra Savarna, Grattacoppa, Torri e Conventello, i loro 2.800 abitanti. “Secondo la 4Emme di Bolzano, vincitrice nel 2011 dell’’appalto per monitorare lo stato di tutti i viadotti del Comune di Ravenna, è il ponte peggiore tra i 48 a rischio di collasso, che, stando alle indagini compiute, avrebbero dovuto essere chiusi tra il 15 marzo 2016 e il 15 marzo 2018. Tutti sono tuttora in funzione grazie all’’astuzia di metterci dei limiti di carico per i mezzi pesanti, che nessuno rispetta e nessuno controlla” sottolinea Lista per Ravenna.
“4Emme ha riassunto così il lungo elenco delle 10 criticità riscontrate sul ponte Grattacoppa : “Grave degrado delle selle Gerber con armatura e staffe corrose/distaccate con riduzione di sezione resistente sulle travi del I, III e V campata da sinistra e su tutti i traversi in corrispondenza delle selle” (vedi la pagina allegata, con foto, dell’ispezione). 4Emme aveva chiesto a ben ragione il divieto per i mezzi di oltre 20 tonnellate. Sul cartello c’è però scritto il divieto per oltre 40 tonnellate.

Nel 2015 il Comune aveva progettato e finanziato un progetto “di miglioramento”. Ma poi si è accorto che, mancandogli il progetto originale, chissà dove sparito, non poteva sapere cosa ci fosse sotto l’impalcato. Cestinato allora tutto (non si sa a quali costi), si è ripartiti quest’anno con un nuovo progetto di “demolizione e ricostruzione”, che il Comune ha strombettato come “opera che consente di raggiungere obiettivi più ambiziosi”. Costo 2,8 milioni. Lavori di“durata due anni”, giusto per tagliare il nastro prima delle elezioni. Si accettano scommesse che non ce la fa.

Nel frattempo, nessuno ha raccontato agli abitanti del forese nord di Ravenna come si girerà in quei luoghi tra la demolizione del ponte vecchio e l’apertura del nuovo; e neppure come dentro il Comune non metropolitano di Ravenna si possa perdere il progetto di un’importante opera pubblica che non risale all’impero romano. Questo dimostra quale grado di sicurezza manifestino le strade del territorio comunale dopo mezzo secolo di ininterrotto governo monocolore, al quale i soldi non sono mai mancati”.