A Lido di Savio è scoppiata la polemica fra il gruppo di cittadini che in questi mesi hanno cercato di impedire l’abbattimento dei pini di viale Romagna e il comitato cittadino. Il comitato ha infatti criticato l’attività svolta dal gruppo, dichiarandosi favorevole all’abbattimento dei 50 alberi, e la raccolta firme organizzata durante l’estate.

“Svilire il lungo impegno di un folto gruppo di residenti e proprietari di seconde case attoniti alla vista del desolante progetto di “riqualificazione” “Parco Marittimo” in piccola parte già eseguito per il tratto iniziale di viale Romagna, non fa onore a chi parla in rappresentanza dei cittadini” rispondono oggi gli organizzatori di manifestazioni, petizioni e ricorsi legali.

Il comitato ha accusato gli “ambientalisti” di aver chiesto di sottoscrivere la raccolta firme “ai turisti a passeggio lungo viale Romagna”, persone ritenute scarsamente informate sulla questione.

“I turisti, esterrefatti, sapevano benissimo cosa stavano firmando: si vuole dire che la loro opinione non ha alcun valore per il Comitato Cittadino?” rispondono oggi i petenti. “Ricordiamo, solo ad esempio, che nella confinante Milano Marittima, località turistica per eccellenza, i pini domestici se li tengono ben stretti e li ripiantano pure”.

Al centro della polemica anche la scarsa partecipazione degli organizzatori della raccolta firme agli eventi di presentazione del progetto del Parco Marittimo: “Le poche presentazioni pubbliche del progetto si sarebbero tenute in periodi autunnali o invernali e pubblicizzate solo a livello locale, di fatto escludendo chi potenzialmente poteva esprimersi in modo non favorevole. Non meraviglia che nessuno si sia presentato a tali riunioni, se non sparuti sostenitori. Sono prevalentemente i turisti e i proprietari di seconde case che contribuiscono in maniera decisiva all’economia della località e dei pochi residenti stabili (nonché alle casse municipali) e pertanto hanno ben diritto di esprimersi. Quante attività sopravviverebbero con l’apporto dei soli residenti?
Prenda quindi atto il Comitato che la posizione da esso rappresentata è tutt’altro che condivisa a larga maggioranza.
Precisiamo, comunque, che i residenti nel Lido e nel Comune di Ravenna firmatari della petizione al Sindaco di Ravenna sono stati 896, mentre i proprietari di seconde case – numerosissimi -, gli esercenti commerciali e i turisti quasi 2000. Ricordiamo, inoltre, che un Ricorso al Tribunale per danno alla salute è stato presentato da 71 cittadini residenti nel Lido, proprietari di seconda casa e operatori commerciali, tutti in grado di dimostrare il loro legame col Lido e la loro permanenza continuativa nella località. Quanti sono i rappresentanti del Comitato cittadino che invocano gli abbattimenti, se proprio vogliamo parlare di numeri? Riguardo al pino caduto, alcuni residenti precisano di aver allertato per tempo più volte il Comune visto lo stato di sofferenza dell’albero, senza tuttavia aver ricevuto riscontro. Inoltre, le sconnessioni della pavimentazione di viale Romagna sono minime e puntuali e ripristinabili con normale manutenzione, che in questa località manca da tanto tempo, non certo abbattendo tutto un viale”.

“Un’Amministrazione che abbia cura degli interessi collettivi, ed un Comitato degno di questo nome prenderebbero atto di quanto emerso, sia pure a loro dire tardivamente, nei confronti di un progetto che mira ad abbattere alberi sani senza curarsi delle conseguenze su salute dei cittadini, attrattività turistica, decoro, svalutazione degli immobili, oltre che sulle bollette di abitanti e commercianti del viale, privati di ombra, ristoro, benessere (si ricorda la differenza di ben 20° della temperatura del suolo registrata la scorsa estate tra il tratto di viale già sottoposto all’intervento di abbattimento e il tratto ancora ombreggiato dalle alberate). Senza dire che i pini si inseriscono nel contesto costiero di Riserve Naturali, zone Rete Natura 2000 e Parco del Delta del Po, e la loro eliminazione rappresenta una vera e propria distruzione di habitat. I pini, di oltre 50 anni,- sono il vanto della località, e in Italia si utilizzano da 2000 anni, non a caso chiamandosi pini “domestici” o “italici”. In alcuni luoghi crescono spontaneamente, costituendo un habitat (il 2270*, prioritario) tutelato dalle norme europee. La storia dell’ “autoctono” è ritrita in tutte le occasioni in cui c’è qualcosa da eliminare – e in questo caso completamente fuori bersaglio – e catapulta all’indietro verso la politica italiana di un centinaio di anni fa. Ad ogni modo, carte alla mano, se il Comitato ritiene, i cittadini che chiedono la tutela dei 50 pini di Viale Romagna sono disponibili ad un confronto in qualsiasi momento”.