19/05/2018 – L’Associazioni Nazionale Libera Caccia di Ravenna interviene per chiedere “Pari dignità sociale per i cacciatori”: Il cacciatore è l’unica persona che contribuisce al mantenimento dell’ambiente e al controllo della fauna, a differenza dei suoi detrattori per lo più seduti dietro una scrivania, capaci solo di filosofeggiare senza alcuna esperienza sul campo.

In un comunicato l’associazione sottolinea che “Evidentemente si tratta di parole riportate nella Carta Costituzionale ma col passare del tempo, per certi versi, dimenticate, quando si tratta di attività sociali quale la caccia, che, seppur regolamentata dalla legge, allo stato attuale trova un riscontro negativo nell’opinione pubblica a mente delle crociate animal-ambientaliste che anziché costruire di fatto con le loro posizioni assolutistiche contribuiscono alla deriva dell’ambiente e delle specie animali autoctone in favore del proliferare di specie alloctone e dell’aumento incontrollato dei cosiddetti opportunisti (volpi, gazze, storni, nutrie, gabbiani, ecc.).
Un misero ma significativo esempio è la condizione dell’oasi di Punta Alberete affidata in gestione ad una società a estrazione ambientalista e oggi, a distanza di anni, in completo stato di abbandono e ridotta a una latrina (a conferma digitare Punta Alberete – recensioni).
La disparità di trattamento della categoria dei cacciatori, dal resto della comunità, la si evidenzia in particolare nel momento in cui per svolgere attività venatoria nell’ambito delle pinete e nelle zone contigue il cacciatore è chiamato a effettuare una giornata ecologica per la pulizia e il mantenimento dei percorsi pedonali e ciclabili oltre al pagamento di un tesserino che consente l’accesso nelle medesime zone dalla seconda domenica di ottobre al 31 gennaio e solo nelle giornate di lunedì, giovedì e domenica, dall’alba alle tredici.
Ma tutti gli altri fruitori delle pinete, ai quali sarebbe consentito di fruirne dalla seconda domenica di ottobre al 30 aprile negli orari previsti (dalle 07 alle 19) orari che notoriamente non vengono rispettati, dove sono e cosa fanno?
E ancora, perché solo una categoria, peraltro bistrattata, ha il dovere di partecipare alla pulizia e al mantenimento del sito, oltre a versare per il rilascio dei tesserini di accesso complessivamente oltre centomila euro l’anno in favore dell’Ente Parco?
Inoltre, sempre il famigerato cacciatore viene chiamato a interventi in favore del mondo agricolo nei momenti in cui devono essere preservare le colture dai danni causati dalle specie opportuniste e da ultimo al contenimento sistematico dei cinghiali poiché la specie non è più controllabile ed è giunta alle porte della città così come succede a Bologna.
Tutto questo viene effettuato dai cacciatori per gli agricoltori e l’ente pubblico a costo zero peraltro provvedendo di tasca propria all’indennizzo dei danni con le quote per il prelievo degli ungulati e tramite il bilancio degli atc finanziati unicamente dai cacciatori stessi.
Quindi deve desumersi che il cacciatore è l’unica persona che contribuisce, per quanto gli è consentito, al mantenimento dell’ambiente e al controllo della fauna, a differenza dei suoi detrattori per lo più seduti dietro una scrivania, capaci solo di filosofeggiare senza alcuna esperienza sul campo”.