Pro Vita Famiglia E-Romagna risponde alle proteste sui manifesti

Al Presidente della Regione Emilia Romagna
Stefano Bonaccini
Alla Vicepresidente con delega alle disuguaglianze
Elly Schlein
Alle Assessore
Barbara Lori, delega alle pari opportunità
Paola Salomoni, delega alla scuola
Alla Garante dell’infanzia e adolescenza Regione Emilia Romagna
Claudia Giudici
Al Presidente della Provincia
Michele de Pascale
Al Sindaco di Cesena
Enzo Lattuca
Al Sindaco di Faenza
Massimo Isola
Al Sindaco di Forli
Gian Luca Zattini
Al Sindaco di Lugo
Davide Ranalli
Al Sindaco di Ravenna
Michele de Pascale
Al sindaco di Rimini
Jamil Sadegholvaad

e per conoscenza:
Casa delle donne – Ravenna
Collettivo Pride Off – Rimini
Coordinamento Regionale Centri Antiviolenza
Dalla parte dei minori ODV – Ravenna
Demetra donne in aiuto – Lugo
Femminile Maschile Plurale – Ravenna
Gruppo Donne in nero – Ravenna
Ipazia Liberedonne – Cesena
Linea Rosa – Ravenna
SOS Donna – Faenza
Udi – Ravenna
Un secco no – Forli
Alle Testate giornalistiche Regionali

Illustri Autorità,

non ci faremo fermare dalle tendenziose e infanganti proteste che in questi giorni arrivano da una certa sinistra illiberale ostile ad ogni democratico dibattito e da persone appartenenti agli ambienti più radicali e autoreferenziali del mondo femminista ed Lgbtq+, nei confronti della nostra campagna di affissioni che vuole denunciare l’indottrinamento gender sui bambini.
Le Autorità pubbliche alle quali è destinata questa lettera aperta sappiano che è in corso una macchina del fango con pesanti fake news.
I nostri manifesti, infatti, non sono in alcun modo né violenti né discriminatori né sessisti e per questo sono pienamente legittimi, non violando alcuna legge. Inoltre, lo ribadiamo per l’ennesima volta, chi ci attacca cita una legge che non solo non riguarda i nostri manifesti ma è anche inapplicabile poiché, inserita nel Codice della strada nel 2020, non ha i decreti attuativi ministeriali previsti dalla stessa e mai emanati.
Pertanto, tali disposizioni non sono invocabili nemmeno in astratto per censurare il messaggio di Pro Vita & Famiglia.
La Casa delle Donne di Ravenna e numerose altre associazioni femminili e femministe della Romagna che ci attaccano, così come i politici che vorrebbero censurare i nostri manifesti, se ne facciano una ragione: non ci faremo tappare la bocca e anzi, potenzieremo ancora di più la nostra azione e la nostra comunicazione, proprio perché pienamente legittima e pacifica nel voler tutelare i bambini.
Potenzieremo e diversificheremo la nostra azione, anche attuando ulteriori modalità – già individuate – per diffondere con maggiore slancio i nostri messaggi, rendendoli ancora più efficaci.
In un contesto democratico, se queste associazioni desiderino divulgare i contenuti, anche di segno politico opposto ai nostri, lo facciano con gli stessi mezzi che utilizziamo noi: affissioni, camion vela, messaggi pubblicitari.

Evitino di dare l’impressione di bimbe tanto delicate quanto capricciose che chiedono al papà, in metafora Codeste Autorità, di intervenire perché disturbate dalla vista di qualcosa che le spaventa terribilmente: questo comportamento rappresenta il trionfo puro, quanto paradossale, del paternalismo, evidentemente solo a parole da queste sigle tanto detestato.
Rispettosi come siamo delle libertà garantite dal nostro ordinamento, nessuno di noi contesterà a queste associazioni il  diritto di poter comunicare le proprie idee, nessuno di noi invocherà censure, nessuno di noi cercherà di spegnere il libero dibattito, nessuno di noi oserà aggredire minacciosamente le parole – che trasudano ancora del sangue di chi è morto combattendo le dittature  –  affinché esse siano spente e vane, benché celebrate dall’art. 21 della Costituzione: «Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione».