“La vicenda delle Cave Zannona e Crocetta (che nel primo caso è stata interessata al grave incendio dell’agosto scorso), è stata, giustamente, riportata all’attualità dall’iniziativa del comitato dei cittadini residenti” scrive in una nota stampa Legambiente che è intervenuta nella discussione legata alla cava, tornata alla ribalta sulla cronaca dopo che il comitato di residenti ha portato in consiglio comunale, per voce della Lega, le proprie richieste per una maggiore sicurezza del sito 
“Legambiente ha sempre seguito con attenzione la questione delle attività estrattive – che vanno svolte nel rispetto dell’ambiente e delle normative regionali e provinciali – e degli impianti di recupero di alcuni rifiuti speciali, che spesso sono autorizzati negli stessi siti. Nel caso specifico dei siti in questione, noi pensiamo che in primo luogo vadano risolti i disagi – subiti e ancora in atto – per i residenti. Per la Zannona occorre dare corso ad un preciso piano di bonifica e risanamento della zona interessata all’incendio, rimuovendo i cumuli di residui di materiali combusti, e solo dopo verificare le nuove autorizzazioni per le estrazioni. Alla Crocetta, esiste oggi una nuova autorizzazione, per lo stoccaggio e il trattamento preliminare di “rifiuti speciali non pericolosi” (in specifico macerie e materiali ligneo-cellulosici) con specifiche limitazioni rispetto alla situazione precedente. Inoltre l’azienda deve presentare nei prossimi giorni uno specifico Piano di Emergenza Interno da presentare al Prefetto. Andrà valutato se in questo modo saranno attenuati i disagi, e gli eventuali pericoli, dovuti all’emissione di polveri, rumori, cattivi odori, oltre che agli effetti del traffico pesante nella zona. L’iniziativa “Porte aperte alla Crocetta” promossa dall’azienda, per i prossimi sabati, alla quale anche noi parteciperemo, potrà essere una prima occasione di verifica. Legata a questa specifica vicenda, c’è una questione più generale che intendiamo affrontare, ed è quella della gestione razionale dei rifiuti speciali. Lo sviluppo dell’economia circolare deve comportare il massimo di riciclo e riuso dei materiali, archiviando inceneritori e discariche, per questo servono tanti piccoli impianti di selezione e riciclo, opportunamente organizzati e dislocati. “Economia circolare” non può significare far circolare rifiuti per centinaia di chilometri, ma piuttosto riciclarli a poca distanza dai luoghi di produzione. (ad esempio ci pare incoerente che i residui del Cersae alla fiera di Bologna siano recuperati alla Crocetta). Per questo riteniamo necessario che le Amministrazioni Locali, i Comuni e la Provincia, si facciano parte attiva per coinvolgere tutte le imprese che operano nel settore (a partire dal consorzio Astra e poi tutte le altre) per definire un piano razionale di collocazione degli impianti necessari, individuando i percorsi più opportuni”.