04/04/2018 – Nelle scorse settimane sono stati approvati in tutti i Comuni dei Piani Economici – Finanziari (PEF) – predisposti da ATERSIR (Agenzia Territoriale dell’Emilia Romagna per i Servizi Idrici e Rifiuti) – che determinano le tariffe della TARI, sia per le utenze domestiche, che per le attività produttive, che quasi ovunque, anche quest’anno, sono aumentate. Molte le proteste di associazioni di categoria e di consumatori, ma anche nei Consigli Comunali, naturalmente da parte dei rappresentanti delle opposizioni, ma non solo. A Cervia, l’Amministrazione ha dichiarato: “La Giunta sta valutando di avviare azioni formali, non escluse le vie legali, nei confronti di Atersir che, nel determinare i costi del servizio, non ha fornito tutti gli elementi informativi e dati numerici richiesti riguardo agli aumenti…”. «La cosa buffa» commenta Legambiente «è che in tutte le delibere dei Comuni si legge che: “La legge regionale n.23 del 23/12/2011 ha disposto che l’esercizio associato delle funzioni pubbliche relative al servizio dei rifiuti urbani, già esercitato dall’Autorità d’ambito Territoriale Ottimale, sia svolto dall’Agenzia Territoriale dell’Emilia Romagna per i Servizi Idrici e dei Rifiuti (ATERSIR), alla quale partecipano obbligatoriamente tutti i Comuni e le Province della Regione; ATERSIR, si configura pertanto come una forma partecipativa degli Enti Locali…” Allora occorre chiarire: o i Comuni (che partecipano obbligatoriamente…) si oppongono, quando ATERSIR approva i Piani Economici – Finanziari, che i gestori gli preparano (nel nostro caso HERA) e quindi non li approvano nei loro Consigli Comunali; oppure, se questo non è possibile, si prenda atto che ATERSIR così come è strutturata oggi su base regionale, non funziona e sarebbe molto meglio tornare agli ambiti provinciali, dove i Comuni potevano esercitare sul serio la loro partecipazione. È evidente che le ragioni che determinano ogni anno gli aumenti della TARI dipendono dalla gestione del servizio: nell’intera provincia di Ravenna l’aumento medio è stato del 3,3%; nel Cesenate, anch’esso gestito da HERA, del 1,3%. Nei Comuni del circondario di Forlì, con la gestione diretta, tramite Alea (società interamente pubblica), – benché contrastata da più parti – si sta già verificando una piccola riduzione (-0,3%) per il 2018 e ulteriori diminuzioni sono previste per i prossimi anni. Ma in questo caso la responsabilità è di tutti gli altri Comuni che hanno dato il via libera ad una gara per l’affidamento del servizio di raccolta (il cui esito potrebbe lasciare tutto com’è per altri 15 anni). Sarebbe auspicabile che questa scelta potesse essere rimessa in discussione. Sono stati segnalati disservizi nell’ultima bolletta TARI In questi giorni, nel Comune di Faenza, stanno arrivando le bollette della Tari, relative alla prima rata del 2018, qui non ci sono ancora gli ultimi aumenti deliberati, li troveremo solo nella seconda rata. Ma a questo proposito abbiamo ricevuto segnalazioni che alcune di queste bollette non conterrebbero la scontistica per i materiali differenziati (carta, plastica, vetro, ecc.) consegnati al centro di raccolta o negli appositi sacchi. Non è la prima volta che Hera è in ritardo in questi conteggi, di solito, di fronte alle lamentele dei cittadini, la risposta di HERA è di non preoccuparsi che poi arriverà il conguaglio (ma intanto contribuiamo, anche in questo modo, a finanziare HERA gratis). Riteniamo utile che i cittadini controllino la propria bolletta, sia per le utenze domestiche che per quelle delle attività economiche e produttive, e in caso di irregolarità, inviino un reclamo agli uffici di Hera e del Comune, magari anche coinvolgendo le associazioni dei consumatori, assieme alle quali sarebbe utile promuovere una maggiore attenzione sulla gestione dei rifiuti e delle bollette.»