C’è grande preoccupazione per gli effetti che le precipitazioni eccezionali dei giorni scorsi (fino a 200 mm di pioggia in 48 ore) potranno avere sulle acque dell’Adriatico, sulle specie ittiche e quindi sulle attività di pesca.

«La quantità di pioggia caduta, paragonabile a quella delle alluvioni precedenti, provocherà inevitabilmente abbondanti apporti di acqua dolce in mare, rendendo in particolare ancora più critica la situazione delle vongole. Come accaduto in occasione delle precedenti piene eccezionali e soprattutto negli episodi alluvionali del 2023, è verosimile, inoltre, che i materiali trascinati fino al mare (detriti, legname e ingombranti di ogni genere) arrechino rischi seri per la navigazione e danni ingenti alle imbarcazioni e alle attrezzature degli operatori delle marinerie», commentano i Presidenti dei due Consorzi di Gestione Molluschi dei compartimenti di Ravenna e Rimini, Manuel Guidotti e Michele Castelluccia.

«Questa situazione provoca un fermo pesca forzato, con impatto maggiore nelle aree nelle quali sfociano i fiumi più interessati dalle piene – proseguono i presidenti dei due Consorzi –. È sempre più evidente la necessità di un maggior coordinamento tra i compartimenti per garantire sostentamento alle imprese e una maggiore gestione della risorsa a livello regionale».

Cambiamento climatico, aumento delle temperature, specie aliene invasive stanno compromettendo irreparabilmente la presenza delle vongole lungo la riviera romagnola, tant’è che il periodo di fermo pesca è stato ampliato data la scarsità del prodotto. «La morìa di vongole in Adriatico è un fenomeno acclarato ormai da alcuni anni e serve uno sforzo straordinario da parte delle istituzioni a sostegno delle imprese romagnole della pesca per il danno economico che continuano a subire», commentano i referenti per la pesca e l’acquacoltura di Legacoop Romagna, Giorgia Gianni e Mirco Bagnari. «Ribadiamo la necessità che il Masaf attivi il Fondo di solidarietà nazionale per la pesca e l’acquacoltura, come già chiesto dalla Regione Emilia-Romagna. Occorrerebbe inoltre – propongono Giorgia Gianni e Mirco Bagnari di Legacoop Romagna – realizzare un esteso studio scientifico sulla morìa per attuare, come accade in altre regioni, un piano sperimentale di semina e ripopolamento che consenta ai vongolari di poter svolgere la loro attività».