Le ragioni dell’opposizione, visti i risultati delle elezioni dei Consigli territoriali avvenute il 4 aprile scorso e quanto si è letto sulla stampa, sono in sintesi le seguenti.

  1. L’assessore al Decentramento ha scritto: “Per quanto riguarda l’affluenza hanno votato 7.003 degli aventi diritto, pari al 5,10% (nel 2017 avevano partecipato 6.766 elettori, pari al 4,904 %)”. Per costituire organi di partecipazione civica questo dato è molto negativo. L’opposizione l’aveva ampiamente annunciato, quando la maggioranza, in pieno agosto 2021, decise, contro l’intera stessa opposizione, di approvare un nuovo regolamento che ha introdotto, in ciascuna delle 10 aree territoriali, elezioni dirette a suffragio universale, come se fossero dieci elezioni comunali. Il confronto con il 2016 non regge: allora, il numero dei consiglieri territoriali di ciascuna forza politica fu prefissato in proporzione ai voti ottenuti da ciascuna, per ogni area territoriale, nelle elezioni comunali, quando votò il 53,74% degli elettori. Si andò poi a scegliere solo i nominativi proposti dalle singole forze politiche all’interno di una propria lista, con interesse pubblico minimo.
  2. è vero che la lista di maggioranza comprendente tutto il centrosinistra ha vinto in tutte le 10 aree, ottenendo complessivamente 5.176 voti pari al 76%. Con le elezioni comunali del 2016, l’opposizione ebbe la maggioranza dei consiglieri nel Centro Urbano, nella Darsena e nel Mare, pareggiando a Ravenna Sud, Mezzano, Piangipane e Roncalceci, perdendo solo a Sant’Alberto, San Pietro in Vincoli e Castiglione. Ma col nuovo sistema era impossibile che l’opposizione facesse valere il proprio effettivo peso politico in nessuna area territoriale, non solo perché sono stati ammessi al voto tutti gli stranieri, anche se appena arrivati a Ravenna da pochi giorni, contro gli emendamenti dell’opposizione che richiedevano almeno sei mesi di residenza; ma soprattutto perché raggiungere un corpo elettorale di oltre 137 mila persone per portarle ad un voto di cui la stragrande parte non conosce niente è possibile solo a quella parte della maggioranza organizzata su tutto il territorio con almeno quaranta circoli di partito e case del popolo (di cui l’opposizione è totalmente mancante), di apparati e mezzi di comunicazione, di militanti ed operatori fidelizzati. Che la maggioranza vincesse ovunque era già chiaro nel regolamento.
  3. Una norma del nuovo regolamento ha fatto però sì che la lista vincente ottenesse solo i tre quinti dei consiglieri eletti in ciascuna area, riservando i due quinti alla seconda lista: ragion per cui, la maggioranza ha ottenuto complessivamente 132 consiglieri e l’opposizione 66, stabiliti e suddivisi già prima del voto prescindendo dai voti di lista che le due parti avessero ricevuto. Questa norma è stata voluta dalla maggioranza nel regolamento approvato l’agosto scorso da se stessa. L’opposizione, che non l’aveva neppure chiesta, l’ha intesa – decimata come sarebbe stata dal nuovo sistema elettorale – come volontà di coinvolgere il più possibile tutte le sue componenti in una fase evolutiva dei Consigli territoriali in cui tutte le forze politiche elettive della cittadinanza possano operare, al di là delle appartenenze di parte, perseguendo gli interessi e raccogliendo le aspirazioni della propria comunità locale, rapportandosi all’amministrazione comunale con mentalità aperta, senza condizionamenti e vincoli di mandato.
  4. Secondo i dati pubblicati dal Comune, la lista CAMBIAMO IL COMUNE, comprendente tutti i gruppi di opposizione presenti in Consiglio comunale, ha ottenuto in effetti 1.656 voti di lista, pari al 24%. A causa della norma di cui sopra, si è però votato di fatto solamente per scegliere i nomi da eleggere in ciascuna delle due liste. Quindi la sostanza di queste elezioni non sono stati gli inutili voti di lista, bensì le preferenze personali espresse dai votanti. Manca dunque al comunicato del Comune un dato importante: i voti di preferenza espressi a favore della lista di sinistra sono stati 5.176, mentre quelli a favore di CAMBIAMO IL COMUNE 2.381, cioè il 32,12%, praticamente uno su tre. Un mezzo miracolo per l’opposizione.

CAMBIAMO IL COMUNE
Lista per Ravenna
Forza Italia
Fratelli d’Italia
La Pigna
Lega per Salvini premier
Viva Ravenna