Il lungo processo per la definizione del PUMS, la cui proposta è stata adottata l’11 marzo scorso, dovrebbe concludersi a fine agosto prossimo. In questo periodo è aperta la fase delle osservazioni, per avanzare considerazioni, obiezioni, proposte di modifica

Come Legambiente, anche assieme a Fiab e Salvaciclisti, durante il percorso partecipativo iniziato nel 2017, abbiamo avanzato diverse considerazioni e inviato, nell’ottobre 2018, un documento congiunto che illustrava una rassegna di criticità e una serie di proposte per migliorare vivibilità e qualità urbana.

Le principali proposte riguardavano:

Gli ampliamenti di zone pedonali e ztl (che il PAIR prevede di estendere all’intera superficie dei centri storici) devono essere accompagnati dalla riorganizzazione del servizio di trasporto pubblico, che consenta collegamenti gratuiti, con navette elettriche, tra centro storico e parcheggi esterni esistenti (e sottoutilizzati); alcuni presentano anche le condizioni per un eventuale potenziamento.

la sperimentazione del progetto Bike to Work e il car pooling (condivisione dei mezzi), per diminuire la pressione del traffico dei pendolari verso le zone produttive

la riprogettazione dell’attuale servizio di biciclette pubbliche, oggi sono praticamente inutilizzabili;

un servizio di consegna merci unico, nel centro storico, con piccoli mezzi elettrici e cargo bike

la realizzazione di un anello ciclo pedonale protetto intorno alle Mura;

la connessione delle piste ciclo pedonali esistenti, e di prossima realizzazione, con la ztl ampliata;

l’istituzione di “zone di rispetto” intorno alle scuole, con limitazione oraria del traffico; è un intervento di valenza culturale, che promuove le buone e ordinarie pratiche di educazione civica ed ambientale;

i percorsi casa-scuola sicuri, per incentivare piedibus e bike to school.

Stiamo esaminando quanto delle nostre proposte è stato colto nella documentazione adottata e produrremo osservazioni specifiche, partendo dalla considerazione che un PUMS non deve semplicemente apportare qualche modifica alla viabilità, ma disegnare la città per il prossimo decennio, anche attraverso una mobilità sostenibile che renda i luoghi più abitabili. Tutto questo, deve passare anche attraverso la promozione di un cambiamento di cultura e di comportamenti da parte di tutti – superando le naturali resistenze al cambiamento – e indurre, anche, a usare meno – e meglio – l’auto privata, costruendo contemporaneamente le opportune alternative, nei tempi più rapidi possibili. Da questo punto di vista, ci sembra che la tempistica, prevista per la realizzazione delle diverse azioni del piano adottato, sia troppo dilatata (gran parte degli interventi partirebbero solo nel 2025).

Proprio a proposito di velocità nei cambiamenti, oggi necessariamente siamo tutti costretti a fare i conti con le novità che ci impone l’emergenza Covid – 19, anche nelle ripercussioni che ha sulla mobilità. Legambiente dell’Emilia Romagna ha proposto Una road map in 5 punti: le azioni urgenti da mettere in campo nella fase 2, per la mobilità sostenibile di domani

Pensiamo che alcune di queste proposte debbano essere prese in considerazione, da subito – senza aspettare l’approvazione del PUMS – per essere adattate anche in realtà medio-piccole, come il territorio faentino.

Ad esempio:

la bicicletta è il mezzo che permette il miglior “distanziamento sociale”, allora andrebbe promosso e incentivato un suo maggiore uso, estendendo percorsi ciclabili temporanei (che poi sulla base della sperimentazione potranno diventare stabili);

istituire zone a velocità più bassa per le auto, per rendere più sicuro nel centro abitato una mobilità dolce (bici e piedi);

gli stessi percorsi possono essere utilizzati da bici a pedalata assistita e da monopattini elettrici, per le prime già il decreto clima prevede un incentivo all’acquisto, che dovrebbe essere rafforzato (fino a 500 Euro) da un prossimo provvedimento, che include anche i monopattini elettrici;

questi provvedimenti di promozione della micromobilità potrebbero collegarsi all’anticipazione, da parte dell’Amministrazione, del rinnovo dell’attuale parco di bike sharing e intanto, nell’immediato, liberalizzare l’utilizzo dei vecchi mezzi, superando i limiti attuali;

avviare subito la sperimentazione del progetto Bike to Work, peraltro votato all’unanimità dal Consiglio Comunale il 13-02-2017, prevedendo incentivi per chi sceglie di recarsi al lavoro in bicicletta, utilizzando anche risorse regionali già a disposizione.