C’erano i grandi protagonisti del vino su scala mondiale, lunedì scorso in Romagna, per presenziare a un incontro preliminare in vista del Forum Mondiale delle Cooperative Vitivinicole, in programma per il 24 e 25 aprile 2019 in Brasile. Cinque i Paesi del mondo rappresentati: oltre ai padroni di casa di Caviro (Italia) erano presenti dirigenti di Vinadeis (Francia), Fecovita (Argentina), Aurora (Brasile), Cevipe (Catalogna) e Cenecoop (Brasile).

La giornata si è aperta con una mattinata di dibattito e confronto nella sede forlivese di Caviro, ed è proseguita con un tour guidato nello stabilimento di Faenza, in cui la cooperativa lavora i sottoprodotti della filiera, come vinacce e potature, producendo energia e nuove materie prime da immettere sul mercato. Nell’ultimo anno, questo processo ha coinvolto 540mila tonnellate di materiale, trasformate in 200mila tonnellate di nuovi prodotti (tra cui alcol e fertilizzanti) con meno dell’1% di scarto finale.

E proprio questo modello di economia circolare, su cui Caviro ha investito oltre 100 milioni di euro negli ultimi 6 anni, ha destato grande interesse tra i partecipanti alla giornata, e si avvia a consolidarsi come tema cardine dei futuri confronti.

Accanto ai fattori tecnici ed economici, anche il concetto di cooperazione e l’attenzione ai temi sociali sono elementi cardine tra gli attori del Forum Internazionale. “L’idea alla base è quella di mettere in contatto cooperative tra loro simili – ha dichiarato Joel Castany, presidente della francese Vinadeis-, vicine per modello, storia, obiettivi, che riflettano e agiscano in maniera congiunta, orientandosi al futuro e al bene dei soci“.

Il presidente Castany ha poi commentato la visita alle due sedi della cooperativa faentina: “Le due cose che più ci colpiscono di Caviro sono il livello di leadership che ha saputo conquistare sul mercato grazie anche al suo marchio di punta, Tavernello, e soprattutto al suo sistema di gestione dei sottoprodotti. Oggi qui si sono riunite grandi realtà provenienti da tutto il mondo, Francia, Argentina, Brasile, Catalogna, e nessuno possiede ancora un’organizzazione così evoluta per quanto riguarda il recupero dei sottoprodotti: le nostre filiere produttive a un certo punto si interrompono, mentre quella di Caviro è perfettamente circolare. Dobbiamo studiare questo modello e imparare a metterlo in pratica – ha concluso Castany -, è la sola via per mantenere competitività sul mercato e dimostrare alla società che siamo cooperative che lavorano in modo virtuoso, attente all’ambiente e al bene comune“.

È importante sottolineare che come cooperative vinicole ci incontriamo in modo volontario – ha evidenziato Carlo Dalmonte, presidente di Caviro -. L’anno scorso siamo stati in Francia, a Narbonne, e nel 2019 andremo in Brasile, sempre con l’obiettivo di trovare vie comuni per affrontare temi fondamentali per tutti noi: dall’economia circolare al controllo intelligente dell’offerta, dal contrasto all’illegalità alla regolamentazione internazionale. Quando si condivide un mercato, è importante mantenere un alto confronto a livello organizzativo, perché ci si possa coordinare e muoversi insieme. C’è rispetto reciproco, c’è riconoscimento di valori e di regole condivise, in una parola: c’è cooperazione. Che è un modello vincente anche su larga scala, come stiamo dimostrando anche quest’oggi“.