“Nel mare a 100 metri dalla costa di Cutro sono morti uomini, donne, bambini e bambine, vite che potevano essere salvate. Chiediamo  alla magistratura verità e giustizia per questi esseri umani, persone come noi, e per tutte le persone torturate in Libia o annegate nel Mediterraneo. Per la loro morte proviamo una vergogna infinita.  Ci uniamo a chi, in Italia e non solo, chiede le dimissioni del ministro Piantedosi che, in modo irresponsabile, ha individuato la causa di quelle stesse morti nella scelta dei genitori di quei bambini.  Le motivazioni di queste nostre richieste le ha espresse il docente Enrico Galiano, con parole che ci rappresentano e che riproponiamo:

“Io glielo dirò, domani, cosa avete fatto. Entrerò in classe e leggerò ai miei studenti le dichiarazioni del ministro che ha detto: ‘Io non partirei se fossi disperato perché sono stato educato alla responsabilità‘. Le leggerò e mi siederò lì ad ascoltare cos’hanno da dire. Hanno dodici anni, i miei studenti. Ed è giusto che sappiano. Lo vedranno da soli che avete fatto arrestare chi voleva salvare delle persone. Che avete scritto e detto cose orrende. Glielo dirò che avete costretto in porto le navi che avrebbero potuto salvarli. Glielo dirò che sono anni che usate la vita delle persone per raccattare quattro voti in più. Glielo dirò che cosa avete fatto. Cosa abbiamo fatto, in realtà. Perché siamo tutti responsabili. Glielo dirò che quelli che c’erano prima non erano così diversi, solo che sapevano nasconderlo meglio, E mandatemi la Digos, mandate chi volete, toglietemi la cattedra, la classe. Alla fine è tutto quello che sapete fare: usare la forza con i più deboli. Con quelli davvero forti non ci provate neanche. Sospendetemi pure: voglio poter dire a mia figlia, quando sarà grande e vedrà cosa stava succedendo in questi giorni, in questi anni, quando mi chiederà dov’ero, voglio l’orgoglio di poterle rispondere, a testa alta: dall’altra parte”.

Non c’è bisogno di aggiungere altro.

Chiediamo che le politiche riguardanti l’immigrazione vengano radicalmente cambiate, nel rispetto della dignità di ogni essere umano. E che il mettere in salvo vite umane sia sempre e in ogni caso considerata una priorità assoluta.

Il nostro silenzio sarebbe un voltarci dall’altra parte e un entrare così nella parte di chi è colpevole.

Non intendiamo farlo, né intendiamo restare in silenzio.

Presidio in Piazza del Popolo a Ravenna 

domani 10 marzo 2023, dalle ore 9

 Aderiscono: Amici di Rekko 7, Associazione nigeriana di Ravenna, Associazione Polonia, Avvocato di StradaCasa delle Donne di RavennaComitato in Difesa della Costituzione di Ravenna, Donne in Nero, Consulta Provinciale Antifascista di Ravenna, Femminile Maschile Plurale, Gruppo Amici di Lourène, LIFE, Partito Democratico,  Partito della Rifondazione Comunista, Potere al Popolo, Rete interculturale sui temi dell’immigrazione, Sinistra Italiana, Unione Popolare, UDI, UISP.”