“Sentirsi in Strada” è il nuovo progetto di Educazione Stradale che la Polizia Municipale dell’URF sta promuovendo nelle classi 4° e 5° delle scuole superiori faentine che hanno aderito all’iniziativa. L’attività è partita nella primavera scorsa (anno scolastico 2017/2018) come progetto pilota coinvolgendo la classe 4° CAT dell’Istituto Alfredo Oriani. Quest’anno, invece, hanno già aderito due classi 4° e due classi 5° dell’Istituto Tecnico Industriale Professionale Luigi Bucci, mentre a gennaio 2019 sarà la volta di otto classi 4° dell’Istituto Tecnico Oriani.
L’intervento consiste in due incontri-lezioni il cui obiettivo è quello di individuare ed abbassare i fattori di rischio insiti nella circolazione stradale, partendo dall’analisi di casi di incidenti che si sono effettivamente verificati. Il filo conduttore dell’incontro si può riassumere così: “Rispetto le regole non perché prendo una multa ma perché mi salvo la vita”.
“Durante l’incontro, infatti, vogliamo lasciare ai ragazzi il compito di scoprire le condizioni che possono causare incidenti stradali” commenta il comandante della Polizia Municipale dell’Unione Paolo Ravaioli “In questo modo li si rende ragionevolmente consapevoli al fine di raggiungere un buon livello di esperienza di guida, fatta di attenzione e colpo d’occhio, abilità e maturità senza per forza pagare il dazio dell’inesperienza causando o essere vittima di incidenti stradali. Abbiamo scelto di farlo attraverso una riflessione costruttiva e condivisa con gli studenti, stimolata dalla visione di video e di immagini legate al tema dell’insicurezza stradale. Video toccanti e talvolta molto espliciti, che non lasciano spazio ad equivoci. Si abbandona il binomio colpa/ragione per approdare ad un paradigma virtuoso, incentrato sulla responsabilità soggettiva, alla cui base c’è una scelta consapevole della propria condotta di guida: paradossalmente il confronto con i ragazzi non avviene sul rispetto delle regole di circolazione, ma sul riconoscimento del buon senso per il rispetto di se stessi e dell’altro”.
Il secondo intervento vede la presenza di Fabio, un ragazzo trentenne che testimonia con entusiasmo la bellezza della vita, che racconta come possa cambiare radicalmente la propria vita, lui che la morte l’ha vista in faccia e l’ha toccata con mano, a seguito di un gravissimo incidente stradale. E’ rimasto profondamente segnato nel corpo ma non nell’animo: Fabio ama ripetere le parole di Jim Morrison “Non essere così triste e pensieroso, ricorda che la vita è come uno specchio, ti sorride se lo guardi sorridendo”.
“Si tratta di un approccio diverso dal solito intervento didattico, che punta ad incidere sulle emozioni dei ragazzi, con l’obbiettivo di lasciare il segno. E, finora, sembra proprio che sia stato così”.