Il sindaco uscente de Pascale, unitamente ad altri sindaci e presidenti delle province romagnole e ad Ausl Romagna, ha chiesto al Presidente Bonaccini di attivare la zona rossa per la Romagna a partire da lunedì 8 marzo e per almeno 2 settimane.

Tutto ciò nonostante il Ministero della Salute avesse appena confermato la zona arancione per l’Emilia-Romagna, sulla base dell’indice di contagio il cui parametro avrebbe permesso di restare appunto in zona arancione.

Una decisione grave e non giustificata nemmeno dai dati scientifici, che porta a conseguenze devastanti per i ravennati. Una scelta ancora più pesante se si considera che attività economiche, lavoratori, famiglie e studenti sono stretti nella morsa delle conseguenze della pandemia da ormai 1 anno. 

Ogni volta ci chiedono un ultimo sforzo, i cui effetti negativi si riversano nelle nostre tasche e nella nostra tenuta psicologica, senza alcun sollievo per la pandemia.

E la responsabilità di questa nuova chiamata al sacrificio é da imputare a coloro i quali hanno insistito per avere la zona rossa in Romagna. Ovvero i mandanti – il Sindaco uscente de Pascale e il Direttore di Ausl Romagna Carradori – e l’esecutore materiale: il Presidente dell’Emilia-Romagna Bonaccini.

Una totale mancanza di rispetto nei confronti dei ravennati e di insensibilità verso le nostre necessità.

Una decisione assunta con arroganza – tipica di chi governa Ravenna da 70 anni – e senza consultare le categorie economiche e sociali.

Bonaccini e de Pascale tengano, però, ben presente che noi ravennati non saremo in grado di sopportare un’ulteriore bordata a danno del nostro lavoro, dei nostri giovani, della nostra vita sociale.

È tempo che, finalmente, siano loro a fare i sacrifici dovuti!

Bonaccini deve velocizzare il processo di vaccinazione, anche con l’apertura di nuovi punti vaccinali, dato che ha già confermato di avere oltre 600.000 dosi in arrivo.

De Pascale, dal canto suo, deve mettere mano al portafoglio del nostro Comune, prevedendo sin da subito sgravi sui tributi comunali e aiuti a sostegno di attività economiche, famiglie e ravennati in difficoltà.

  • Cancellazione della Tari e di tutti i tributi comunali per le attività economiche che sono rimaste chiuse, quelle che dovranno chiudere nuovamente e quelle che hanno subito una flessione dal 30% in su del proprio fatturato.
  • Sospensione del riversamento  dell’imposta di soggiorno per tutto il 2021.
  • Attivazione di un fondo perduto di aiuti economici ai ravennati in difficoltà.

Il sindaco uscente de Pascale abbandoni finalmente la ritrosia nell’elargire aiuti a sostegno dei ravennati che lo ha caratterizzato fino ad oggi e prenda coscienza della gravità della situazione in cui questo Comune versa ormai da 1 anno.