Quella che segue é la testimonianza che desideriamo rendere pubblica nella speranza di poter sollecitare una risposta da parte di AUSL Romagna e del sindaco de Pascale in veste di Autorità sanitaria locale, per fare chiarezza su una questione stranamente delicata e vitale

Mi chiamo Marianna Battesimo e da poco più di un anno sono paziente oncoematologica, sottoposta a dicembre scorso a trapianto autologo di cellule staminali e ora di nuovo in terapia perché il linfoma è recidivato. Sono in attesa di trapianto di midollo da donatore.

Su consiglio dei medici mi sono vaccinata come persona fragile. Purtroppo, però, non svilupperò molti anticorpi visto che le terapie minano il sistema immunitario. Pertanto i medici stessi mi hanno consigliato di fare vaccinare i miei conviventi, nella fattispecie mio marito, dato chemia figlia ha solo 11 anni.

Visto che altri pazienti residenti in altri comuni della zona (Faenza e Cesenatico) mi hanno confermato di aver già proceduto a fare vaccinare i propri conviventi, mi sono informata prima dal medico di base.

La risposta è stata che l’indicazione attuale è di poter vaccinare solo “conviventi e caregiver di persone disabili gravi accertati e fragili minorenni” e di registrare mio marito in una pagina apposita sul sito della regione Emilia-Romagna. Peccato che in tale modulo l’unica voce possibile per un privato sia appunto“caregiver” di persona disabile grave certificato e chieda il codice fiscale del disabile. Categoria alla quale, ovviamente, io non appartengo e tantomeno mio marito.

Navigando sul sito della nostra Regione, scopro che le indicazioni sono ben diverse soprattutto per la mia situazione specifica. Ovvero anche le tabelle nazionali indicano di “vaccinare anche i conviventi o caregiver che anche a titolo gratuito assistono la persona fragile” o presso il medico di famiglia che conosce la situazione o presso il punto vaccinale, accompagnando la persona fragile se ci fossero dosi disponibili”.

A questo punto dovendo ricevere la seconda dose il giorno 8 maggio, mi reco al punto vaccinale del Pala De Andrè accompagnata da mio marito. Molta gentilezza e disponibilità di volontari, medici e infermieri. Questi ultimi, non avendo però indicazioni in merito, mi rimandano ai superiori referenti per il punto vaccinale.

E Li troviamo un muro!

Una persona che senza neppure qualificarsi, ha più volte negato la possibilità di vaccinazione a mio marito dicendo che al momento le indicazioni che hanno sono quelle di vaccinare SOLO CONVIVENTI O CAREGIVER DI MINORI FRAGILI! Restando la stessa, irremovibile su questa posizione anche davanti alla nostra obiezione secondo la quale, in altri comuni romagnoli le indicazioni sembrano essere totalmente diverse,così come il sito della Regione detta altre regole!!!!

A questo punto rimaniamo basiti e sinceramente schifati dal caos regnante e dalle differenze che non dovrebbero esistere!! E pretendo risposte da chi di dovere perché é necessario che dalle istituzioni e dall’Azienda sanitaria arrivino indicazioni ferme e chiare, senza lasciare al l’interpretazione del singolo aprendo a differenze inconcepibili.