“Terza batosta in pochissimi giorni per l’amministrazione de Pascale. Il TAR dell’Emilia-Romagna il 5 Ottobre, ha emesso un’ordinanza cautelare contro il nostro Comune,  per effetto della quale si sospendono tutti gli atti relativi alla procedura di aggiudicazione per l’affidamento in concessione d’uso e gestione per anni 6, del  campo  sportivo di via Dismano Vecchio 89  a Ravenna.

All’avviso pubblico per il lotto relativo al suddetto centro sportivo, noto a Ravenna per essere stato in passato la sede della società calcistica Low Street, hanno partecipato 2 società sportive:

la “Società Polisportiva Dilettantistica Compagnia dell’Albero arl”  e  la “Polisportiva Low Street Ponte Nuovo Asd”. 

Considerando che i nomi che risultano al vertice delle due società sono facilmente e pubblicamente riconducibili al Partito Democratico di Ravenna, quello che si profila con l’ordinanza del TAR è una faida tutta interna al PD. 

Come se in questi giorni, leggasi dopo le elezioni del 25 settembre scorso, de Pascale e i suoi non avessero già abbastanza grattacapi, ora ci si mettono da una parte, la Compagnia dell’Albero, ovvero la famiglia Poggiali, nella persona di Giovanni Poggiali (Presidente onorario della Compagnia) che risulta essere fondatore nonché candidato alle elezioni comunali del 2016 della Lista Insieme per Cambiare, ancora oggi saldamente sostenitrice del sindaco Michele de Pascale. 

Dall’altra la Polisportiva Low Street Ponte Nuovo, il cui Presidente Onorario é Fabio Bazzocchi, oggi consigliere comunale in quota PD e alle elezioni comunali del 2021, capolista dei candidati al consiglio comunale dello stesso Pd. 

Insomma una storia alla Kramer contro Kramer in salsa DEM. 

A scatenare la diatriba è stato l’affidamento del campo sportivo di via Dismano Vecchio alla Compagnia dell’Albero, sancito con una determinazione dirigenziale comunale il  1 luglio 2022. 

Affidamento che non deve essere affatto piaciuto al Low Ponte”, che ha immediatamente presentato ricorso al Tar contro l’Amministrazione de Pascale, avverso l’aggiudicazione dell’uso e della gestione del campo in questione. 

E il TAR si è pronunciato in favore del ricorso del “Low Ponte”, lo scorso 5 ottobre appunto, con un’ordinanza cautelare, che sospende la gara per la concessione d’uso e per la gestione dell’impianto sportivo di via Dismano Vecchio, motivandola così:

“Ritenuto che la particolarità e la novità delle questioni giuridiche prospettate con riferimento alla domanda di annullamento della gara e del presupposto art.15 comma 1 del Regolamento per la disciplina dei contratti del Comune di Ravenna in relazione e alle difese esplicate dal Comune di Ravenna in merito renda opportuna, anche in relazione alla possibilità di ritenere sussistente una eccezione al principio generale di gradazione delle domande, la trattazione della causa nel merito”  e che  quindi “si ritiene di privilegiare il mantenimento della res adhuc integra disponendo la sospensione della gara impugnata. 

Per la valutazione di queste particolarità/novità e per la sentenza del Tar, occorre attendere la  trattazione di merito del ricorso l’udienza pubblica del 24 gennaio 2023.

Di certo c’è che dopo le batoste a carico dell’amministrazione de Pascale e ad opera del TAR regionale, prima per l’appalto milionario degli IAT, poi per il cambio di destinazione d’uso delle RTA, ora arriva per il Comune di Ravenna la terza scoppola. 

Appare ormai certo che qualcuno dentro l’amministrazione comunale non stia lavorando con la dovuta competenza (e magari umiltà aggiungiamo noi), e oltre ad assumere decisioni sbagliate, si avventuri anche in opposizioni temerarie – per non dire scapestrare – presso il Tribunale Amministrativo Regionale. 

Eppure il PD di Ravenna, che sotto vari nomi e diverse alleanze tiene in scacco la nostra città da oltre 70 anni, si è sempre vantato della propria capacità di amministrare il nostro Comune. 

È evidente però che non sia così. 

Come è palese che dentro il PD Ravenna si sia scatenata già da tempo una faida, che comincia ad avere ripercussioni pesanti anche per noi Ravennati. E non c’è da stare allegri.”