La denuncia della lista civica  circa la liceità della richiesta da parte della Polizia Locale di geolocalizzazione a carico dei ravennati sottoposti a provvedimento di quarantena o isolamento, oltre ad avere suscitato l’indignazione di moltissimi concittadini, ha portato la questione sui quotidiani e le reti televisive italiane.
La Pigna, forte anche di alcuni pareri giuridici, ha sin dal primo momento ritenuto che tale pratica fosse una coercizione inaccettabile.
Posto che non viene messo in discussione io compirsi di effettuare controlli che riteniamo lecito nonché doveroso, abbiamo posto l’accento sulla metodologia utilizzata.
Una metodologia che pare contravvenire a quanto permesso dalla normativa vigente in ambito di verifiche su provvedimenti amministrativi. Com’è il caso di quarantena ed isolamento.
Siamo rimasti sconcertati e con noi molti Ravennati e molto Italiani, che il Comandante Giacomini sia arrivato a dichiarare di avere studiato bene l’iniziativa che però, come lui stesso afferma, non risulta essere in atto in nessuno dei 7904 comuni italiani. Ad eccezione di Ravenna, ovviamente.
Già questo dovrebbe bastare per porsi qualche domanda è non accontentarsi, come hanno fatto pochi fortunatamente, dell’insulsa giustificazione per la quale “si risparmia tempo”.
Purtroppo, in questi durissimi 2 anni di emergenza sanitaria, la Giunta alla quale il Comandante Giacomini fa diretto riferimento ovvero quella di Michele de Pascale, ci ha abituati ad iniziative a dir poco opinabili. Come quella a firma de Pascale per l’appunto, di segnalare i propri vicini di casa rei di uscire una volta in più di casa per far passeggiare il cane o buttare la spazzatura.
Ecco perché abbiamo deciso di rivolgerci al Garante della privacy, attraverso una segnalazione circostanziata e con la richiesta di valutare l’assoluto rispetto della normativa in materia di privacy da parte del Comandante della Polizia Locale e del Sindaco di Ravenna.
Sindaco che si é dichiarato perfettamente a conoscenza nonché in pieno accordo con il tracciamento elettronico.
É notizia di oggi che il Garante abbia aperto con solerzia un’istruttoria sulla questione, ponendo di fatto seri dubbi sulle rassicurazioni elargite generosamente nei giorni scorsi del comandante Giacomini, sul fatto che non vi sia alcuna violazione della privacy nel suo modus operandi.
La normativa europea (GDPR), come anche quella italiana (Codice Privacy) prevedono che per trattare dati particolari, (come quelli sanitari) da parte degli enti pubblici, sia necessario specificare attraverso legge o atto amministrativo generale:
• i tipi di dati che saranno trattati
• le operazioni eseguibili
• le misure specifiche e appropriate per tutelare i diritti fondamentali delle persone
Stupisce ancora che il Comandante Giacomini non si sia sentito in dovere di consultare il Garante prima di mettere in atto la geolocalizzazione dei ravennati sottoposti a quarantena e ci auguriamo che nello svolgimento quotidiano delle sue funzioni sia più attento e sopratutto aperto alle consultazioni con gli organismi preposti.
Certo é che quanto accaduto merita chiarimenti da parte del Sindaco in sede di Consiglio comunale, nonché una attenta e doverosa valutazione dell’operato del Comandante Giacomini.
Ora, in attesa degli esiti dell’istruttoria del Garante chiediamo che la geolocalizzazione ad opera della Polizia Locale e a carico dei Ravennati in quarantena/isolamento venga immediatamente sospesa.
La libertà dei ravennati non si tocca e merita risposte serie e basate su quanto previsto dalla legge e non da pareri personali.