Una migliore gestione dei siti Punte Alberete e Valle Mandriole (Valle della Canna), per evitare che si ripeta la moria generalizzata di tutta l’avifauna verificatasi negli scorsi giorni e per capire “perché siamo arrivati all’emergenza”. Questo il focus in un’interrogazione a risposta immediata di Andrea Bertani del Movimento 5 stelle, che ha chiesto per quali ragioni siano rimaste inascoltate “le denunce pubbliche, ben circostanziate e ripetute più volte negli ultimi 4 anni, che dipingevano esattamente quanto si è poi oggi puntualmente verificato”. Il consigliere inoltre ha fatto presente alla giunta “se ritenga ci siano delle precise responsabilità” dell’accaduto e se intenda collaborare con l’inchiesta della magistratura in corso.

La moria di tutti gli uccelli “ha assunto il carattere di una vera e propria strage”, stimata dal Wwf nei termini di 4.000 esemplari morti tanto che, secondo il consigliere, “si ritiene che circa la metà dell’avifauna nella valle sia stata uccisa in pochi giorni”. “L’ipotesi più probabile sarebbe la presenza di un botulino produttore di tossine di tipo C”, ha spiegato Bertani, “sostanza che sarebbe tossica per molti uccelli, mentre non rappresenterebbe un pericolo diretto per l’uomo, anche se è stato consigliato ai cittadini di tenersi a debita distanza dalla valle”.

Il capogruppo pentastellato ha evidenziato che la situazione era “largamente prevedibile” e prevista già in alcune occasioni: durante un convegno a Ravenna nel novembre 2018, con denunce agli organi inquirenti e con interrogazioni al consiglio comunale di Ravenna tra il 2015 e il 2017.

L’ente di gestione per i parchi e la biodiversità-Delta del Po, ha rimarcato Bertani, sembra più preoccupato di non intralciare la stagione della caccia nelle aree di sua competenza, che “interessato a rimediare all’enorme danno ecologico subito dall’area protetta e dal suo habitat”. In più sono circa 10 anni che si evidenziano situazioni di criticità e le azioni proposte dal piano di gestione dei siti risalirebbero al 2012, ma a tutt’oggi “non sarebbero state portate a termine e i risultati conseguiti mantenuti in efficienza. Ciò non dipenderebbe semplicemente da una mancanza di fondi quanto più da una manifesta incapacità gestionale”.

L’assessora Paola Gazzolo ha risposto che la Regione sta facendo approfondimenti in merito e che è in attesa di conoscere gli esiti dell’istruttoria. “Per quanto riguarda le denunce presentate negli ultimi 4 anni, i soggetti competenti sono sempre intervenuti a porre in essere gli interventi necessari al mantenimento delle condizioni di sicurezza del sito”. L’Emilia-Romagna, ha concluso, intende fare tutto il possibile per superare questa fase e per far in modo che episodi di questa natura non possano ripetersi in alcun caso.

Bertani ha replicato di non essere soddisfatto della risposta, visto che ci sono responsabilità evidenti che si manifestano nell’incapacità gestionale dell’ente. “Ogni volta dobbiamo cercare di mettere una toppa a una gestione della biodiversità che non è più sostenibile”.