La libellula è il poemetto con cui Amelia Rosselli rivelò, nel 1958, la propria potenza visionaria e musicale. Costruito intorno all’ambiguo rapporto tra una figura femminile ed una maschile, il testo scorre in maniera fluviale tra citazioni poetiche (Campana, Rimbaud) e sperimentalismo linguistico. La giovane Rosselli, studiosa di musicologia e padrona di diverse lingue, dà vita ad un furioso improvviso per voce che tocca le diverse pieghe dell’espressione, in bilico fra tensione liberatoria e cortocircuito letterario: «Il titolo “La libellula” – scrive l’autrice in una nota aggiunta all’edizione dell’85 – vorrebbe evocare il movimento quasi rotatorio delle ali della libellula, e questo in riferimento al tono piuttosto volatile del poema. La libellula può anche ricordare le parole “libello”, “libertà”: infatti il poema ha come tema centrale la libertà, e il nostro, e mio, “libellarla”. Il poema è concepito anche in forma di drago che si mangia la coda; fine e principio dovrebbero infatti congiungersi, se il poema viene letto scioltamente, intuitivamente». L’evento è una nuova tappa della collaborazione tra Officina Matteucci e Independent Poetry, con cui si intende sperimentare un percorso di lettura poetica performativa in stretta relazione con la musica.