28/03/2018 – “Crediamo che le nuove nomine del CDA all’interno della Fondazione della Banca del Monte e Cassa di Risparmio, siano frutto di operazioni politiche che minano l’integrità e l’indipendenza dell’istituto” spiegano il consigliere regionale della Lega Andrea Liverani e il capogruppo Gabriele Padovani. “Circa due settimane fa, sono state fatte le nuove nomine del consiglio di amministrazione della Fondazione, e siamo rimasti sbigottiti. La Fondazione, che per Statuto, deve garantire l’indipendenza e la terzietà della stessa, si ritrova dentro il CDA persone molto vicine ad altri istituti di credito, che di conseguenza minano l’indipendenza della fondazione.” Proseguono i due: “Per spiegare meglio, all’interno delle nuove nomine, ritroviamo il legale di fiducia della BCC, banca concorrente della Cassa di Risparmio. Lo stesso nuovo consigliere è il legale che ha difeso, tra l’altro, l’istituto in occasione delle battaglie legali contro un noto imprenditore faentino”. “Come può un personaggio del genere, legato strettamente alla BCC, far parte del Consiglio di Amministrazione della Fondazione? Come può garantire la sua terzietà e la sua indipendenza?” si domandano i due leghisti. “Il paradosso è che all’interno del regolamento per le nomine della Fondazione, esiste l’articolo 2 che spiega che i membri devono salvaguardare l’autonomia della Fondazione. Il nuovo consigliere, non può garantirla, e speriamo faccia un passo indietro per il bene della Fondazione”. Concludono Liverani e Padovani: “Per il territorio faentino la fondazione è di importanza strategica, visto il suo contributo su tutti gli ambiti. Speriamo che vengano riviste le nomine, e che venga rispettata l’autonomia della Fondazione, invece che assistere ad operazioni di altri istituti bancari che cercano di mettere le mani su tutto. Inoltre, auspichiamo che il “capo” dell’amministrazione comunale, anche lui strettamente legato alla BCC in quanto dipendente in aspettativa, desista dal tentativo di asservire alla BCC enti autonomi e indipendenti come la Fondazione, attraverso l’inserimento nel CDA di una persona in conflitto di interessi con la Fondazione stessa.”