Ieri, giovedì, i consiglieri comunali Alvaro Ancisi (Lista per Ravenna), Rosanna Biondi (Lega Nord) e Alberto Ancarani, hanno presentato richiesta di convocazione della commissione consiliare Ambiente per discutere sullo “Stato di attuazione del progetto di restringimento della pialassa Piomboni in relazione al dissesto naturale e ambientale che ha prodotto”. Avendo i tre gruppi consiliari di cui sopra la rappresentatività di un quinto del consiglio comunale imposta dal regolamento, la richiesta deve essere obbligatoriamente assolta nel termine massimo di 20 giorni.

Possono aderire alla richiesta anche gli altri gruppi consiliari, così potendo concorrere alla composizione del referto da porre a base della discussione, che sarà redatto ed esposto in commissione da Ancisi, quale primo firmatario. Saranno inoltre definiti quali siano gli amministratori e/o funzionari di enti esterni al Comune, ai quali, di concerto con l’assessore all’Ambiente, sarà rivolto l’invito a prendere parte al dibattito in quanto direttamente competenti a fornire notizie e risposte in tema.

In sostanza, il referto base riprenderà l’ultima discussione del progetto in consiglio comunale avvenuta nel 2013, in occasione dell’imminente avvio dei lavori. Pur partendo dalle posizioni negative più volte espresse su di esso, fin dalla sua origine, dai tre gruppi proponenti, unici dell’opposizione rappresentati nei precedenti mandati elettorali, essi intendono approfondire le cause e le responsabilità dei fatti che, in corso di appalto, andando oltre o al di fuori degli obiettivi, delle condizioni e degli interventi dettati dal progetto, hanno ridotto la pialassa ad uno stato di degrado e di riduzione degli spazi e dei livelli acquei, che ne fa prevedere velleitaria ogni benché minima ipotesi di rinaturalizzazione.

I gruppi proponenti, già da tempo attivi nell’esame e nell’approfondimento della problematica, avranno modo di dimostrare quanto sopra e di entrare nei dettagli. Basti fin d’ora considerare che, a fronte della dichiarazione emessa dall’ente portuale titolare e finanziatore del progetto, rispetto al progressivo esorbitante insabbiamento dell’ambito lagunare, secondo la quale “l’acqua giungerà comunque a livelli di profondità variabile tra i 20 e i 30 cm”, il dislivello tra l’alta e la bassa marea, di molto superiore, ridurrebbe quel che resta della pialassa ad una specie di sporca battigia.