14/03/2018 – Dopo essere intervenuta sulla questione legata alla presenza dei mosaici faentini al museo ravennate TAMO, l’associazione Italia Nostra esprime preoccupazione per i livelli di sicurezza della Pinacoteca dopo il recente furto di un quadro: “Il recente furto in Pinacoteca impone una inevitabile riflessione sul ruolo e l’importanza di questo Istituto nel contesto del patrimonio museale e più ampiamente della tradizione culturale di Faenza. I ritardi ingiustificati nell’installazione dei più elementari sistemi di sicurezza – allarmi, sensori o telecamere – oltre all’assenza in organico di personale di custodia, sostituito da volontari, destano naturale preoccupazione e soprattutto inducono al sospetto che la Pinacoteca Comunale, una delle più importanti della Regione, sia scarsamente considerata. In realtà non si tratta di un problema recente e da imputare a questa Amministrazione, se si considera la lunghissima chiusura al pubblico (1988-2005) grazie a Dio superata, rischiando già la città di essere additata come esempio negativo nel settore specifico; anzi l’interesse suscitato per le vicende faentine in ambito giornalistico e tra gli studiosi (servizi su RAI 1, “Giornale dell’Arte”, Federico Zeri ecc.), portarono all’attenzione le cause della chiusura, ossia quella monocultura che rischia di incidere pesantemente sulla città sotto il profilo culturale e non solo. Per parte nostra siamo fermamente convinti che sia indispensabile fare interagire tutto il patrimonio culturale ed in specie museale – Pinacoteca, Museo delle Ceramiche, Museo dell’Età Neoclassica e altre raccolte, anche se non tutto di proprietà comunale – al fine di una offerta complessiva della realtà della cultura faentina che non si può comprendere storicamente se non nel quadro articolato delle diverse componenti. Il rischio che si corre altrimenti è quello di innescare dei corti circuiti che non portano alcun vantaggio né agli istituti culturali né tanto meno alla città. In particolare poi la Pinacoteca negli ultimi tempi ha assunto un ruolo significativo nel contesto cittadino qualificandosi come museo nel senso più pertinente della parola, un museo che promuove e ospita attività, indirettamente o direttamente in dialogo con le opere, che promuove esposizioni, conferenze e attività didattiche, che collabora con le Associazioni, disponibile al prestito di opere in occasione di eventi di un certo rilievo: tutti aspetti che oggi qualificano i musei rispetto al passato, quando erano sbrigativamente liquidati come semplici depositi di opere e luoghi polverosi riservati solo agli studiosi, definizioni che oggi ci fanno veramente sorridere. Per la Pinacoteca però è urgente pensare sia all’ampliamento sia alla sistemazione, organizzazione e apertura dell’importante Galleria d’Arte Moderna che comprende opere dal Neoclassicismo all’età contemporanea e della cui esistenza si rischia di perdere memoria, e di cui invece i cittadini hanno il diritto di riappropriarsi. Avvertiamo allo stesso tempo la necessità non più derogabile di un progetto complessivo degli Istituti culturali faentini nell’ambito di un progetto per la città che consenta di ripartire dalla propria storia per un rilancio. Siamo coscienti della difficoltà della gestione di un patrimonio culturale e museale come quello della nostra città, che merita comunque rispetto e attenzione trattandosi – sottolineiamo – di un patrimonio che appartiene a tutti i cittadini, un patrimonio che non è monetizzabile ma che è patrimonio morale della città e parte del DNA dei cittadini, considerando tra l’altro anche il non ultimo aspetto della sua funzione sociale. Considerando comunque in primo luogo la situazione contingente, chiediamo che l’Amministrazione indichi i tempi certi dell’installazione dei più elementari sistemi di videosorveglianza”.