“Giunge una segnalazione di cittadini sconvolti per l’abbattimento di alberi, iniziato il 22 gennaio, all’interno di una proprietà privata nel quartiere che si sviluppa a sud di via Vicoli. La proprietà, che potrebbe essere di circa 7 mila metri quadri, quindi molto rilevante, è sita in via Val D’Aosta, posta al centro della serie incessante di villette che si sviluppa ininterrottamente nella zona Ovest di Ravenna e, a quanto sembra, non era più abitata da tempo. Attorno all’abitazione, un fitto bosco sviluppatosi da almeno 50/60 anni, se non di più, con alberi imponenti di ogni tipo ed un’elevatissima presenza di avifauna. Un polmone verde ed un’oasi di biodiversità tra molto cemento, in una Ravenna che le statistiche mettono ai vertici nazionali per inquinamento. Ci si chiede come possa esser stato rispettato il Regolamento Comunale del Verde, che, nell’art. 7 “Abbattimenti e trapianti in aree private” esordisce con: “E’ fatto divieto a chiunque di abbattere o trapiantare, su tutto il territorio comunale, gli alberi, siano essi vivi, deperienti o morti, aventi circonferenza del fusto, misurata a cm.130 di altezza dal colletto, superiore o uguale a cm. 120 per le specie di prima e seconda grandezza e superiore o uguale a cm. 50 per le specie di terza grandezza nonché per le piante con più fusti se almeno uno di essi raggiunge la circonferenza di cm. 50”. Abbiamo segnalato gli abbattimenti in corso: se saranno tutti portati a termine come sembra, si configurano come una vera e propria strage.
Nel frattempo, vorremmo lanciare un appello agli Ordini professionali che si occupano di alberi e di progettazione architettonica ed urbanistica: com’è possibile che per prima cosa, salvo casi piuttosto rari di committenti o progettisti attenti e sensibili, le alberature siano la prima cosa che viene spazzata via per allestire i cantieri? Non è possibile, e anche eticamente – riteniamo – poco convincente, che siano gli stessi progettisti a proporre la “tabula rasa” come condizione di inizio lavori, senza cercare eventualmente di informare compiutamente i committenti, ignorando che, a parte qualche piccolo fastidio durante il cantiere, le alberature adulte sono un valore aggiunto sia per la proprietà sia per la qualità del progetto, anche dal punto di vista economico? Un danno che non è solo una questione “privata”, ma che riguarda, nei suoi impatti, tutta la collettività, a cui vengono sottratti i preziosissimi servizi ecosistemici che si riverberano anche al di là delle recinzioni. Un approccio, riteniamo molto semplicistico, miope ed incurante di tanti aspetti, che invece, ma solo a parole, si finge di tenere in massima considerazione.
Amaramente, però, dobbiamo constatare che se gli esempi di abbattimenti gratuiti, ovvero senza reali motivi di sicurezza dovuti ad alberature malate, vengono addirittura esaltati dall’Amministrazione comunale, come nel caso, ad esempio, dei 20 pini già abbattuti a in viale Romagna a Lido di Savio per il “Parco Marittimo”, e dei 50 sanissimi il cui abbattimento che potrebbe essere molto prossimo e per scongiurare il quale centinaia di cittadini sono mobilitati da mesi; davanti a questi “esempi virtuosi”, sul concetto del “degrado da albero” e dell’albero “usa-e-getta”, promossi dalle stesse Amministrazioni e motivo di vanto di illustri progettisti, non restano molte domande da farsi.”
Italia Nostra sezione di Ravenna