La Legge di Bilancio 2019 ha significativamente ridotto a 150 il monte ore minimo obbligatorio da svolgere nel secondo biennio e nell’ultimo anno del percorso di studi degli istituti tecnici per l’alternanza scuola-lavoro. Questa, infatti, già dall’anno scolastico 2018/19, ha cambiato denominazione, assumendo quella di ‘Percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento’ (PCTO) e dirottando quindi, di fatto, gli obiettivi delle attività didattiche esterne alla scuola verso quelle che vengono definite in Europa le ‘career management skills’ (le capacità utili per gestire le proprie scelte di studio e lavoro). I nuovi obiettivi, che dovevano essere definiti con decreto a marzo 2019, non sono stati ancora esplicitati. In attesa di ulteriori evoluzioni, l’Istituto Tecnico faentino ‘A. Oriani’ continua ad essere attrattivo sul territorio proprio per riuscire ad attivare percorsi importanti di avvicinamento al mondo del lavoro per i propri ragazzi, che nella maggior parte dei casi hanno raccontato e valutato positivamente il percorso offerto.

Le imprese del territorio faentino coinvolte ogni anno dall’istituto faentino di Via Manzoni 6 sono circa 700: numeri notevoli, se si pensa al fatto che esse abbiano offerto e offrono ancora tirocini per consentire agli studenti di acquisire competenze linguistiche, contabili, tecniche e grafiche, a seconda degli indirizzi di studio. Opportunità di crescita e sviluppo personale e sociale, in una logica di percorsi integrati e illuminati, co-progettati anche in un’ottica pluriennale, come conferma il raccordo tra istituzione scolastica e mondo del lavoro che si rinnova di volta in volta, favorendo stimoli culturali capaci di innescare e sostenere i processi di innovazione che migliorano la qualità del servizio scolastico non solo per realizzare iniziative comuni, ma anche per condividere obiettivi e progettualità, che, attraverso specifiche capacità di relazione e di negoziazione, sviluppano fiducia reciproca e responsabilità sociali partecipate. E i numeri sono incredibili, se si pensa che negli ultimi dieci anni l’IT ‘Oriani’ di Faenza ha organizzato circa 500 tra tirocini e stage annui presso le imprese del territorio.

Avvicinare i giovani studenti al mondo del lavoro è questione delicata e dibattuta. I percorsi di alternanza scuola-lavoro introdotti nell’ordinamento scolastico come metodologia didattica per la realizzazione dei corsi del secondo ciclo dall’art. 4 della legge 28/3/2003 n. 53 (legge Moratti) e disciplinati dal successivo decreto legislativo 15/4/2005 n. 77 avevano l’obiettivo di assicurare ai giovani, tra i 15 e i 18 anni, oltre alle conoscenze di base, l’acquisizione di competenze spendibili nel mercato del lavoro. In particolare la legge focalizzava l’attenzione sul raccordo della scuola con il tessuto socio-produttivo del territorio; sull’apprendimento in contesti diversi quale metodologia didattica innovativa, capace sia di rispondere ai bisogni individuali di formazione che di valorizzare la componente formativa dell’esperienza operativa; sullo scambio tra le singole scuole e tra scuola e impresa, definito dalla legge n. 54 del 2003, che aveva come obiettivo quello di offrire ad ogni studente la prima vera possibilità di contatto diretto con il mondo del lavoro. Si tratta di una breve esperienza di apprendimento e di orientamento che aiuta lo studente a valutare meglio le proprie capacità, motivazioni e aspirazioni professionali. La legge n. 107/2015 ha reso obbligatorio un monte ore di 400 e in questi anni ha permesso alla scuola di realizzare molte attività didattiche innovative, facendo registrare ottimi risultati in termini di partecipazione e coinvolgimento di imprese e studenti. Anche se non tutte le scuole hanno recepito positivamente questa novità: gli orientamenti ministeriali recenti, raccogliendo questi segnali, hanno rimodulato di fatto il quadro dell’alternanza scuola-lavoro, sacrificando innanzitutto risorse e quello sviluppo di competenze trasversali così prezioso e spendibile ‘on the job’, a scuola e in azienda.