L’art. 3 del cosiddetto decreto Riaperture ha stabilito che dal 26 aprile 2021 e fino alla conclusione dell’anno scolastico sono assicurati in presenza, sull’intero territorio nazionale, i servizi educativi e scolastici fino alla scuola secondaria di primo grado, cosiddetta “scuola media”. Le istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado, cosiddette “scuole superiori”, adotteranno invece forme flessibili affinché, nella zona rossa, sia garantita l’attività didattica in presenza ad almeno il 50 per cento e fino a un massimo del 75 per cento degli studenti e nelle zone gialla e arancione ad almeno il 70 per cento e fino al 100%. In Emilia-Romagna, ora in zona gialla, si è ripartiti col 70%, mantenendo dunque il 30% degli studenti delle scuole superiori a casa.

Il prolungarsi della sospensione delle attività scolastiche in presenza per parte degli studenti adolescenti e di maggiore età può però produrre in loro ricadute negative derivanti dal continuo isolamento, quali l’aggravarsi delle disuguaglianze e il disagio psichico. I dati del ministero dell’Istruzione dimostrano peraltro che, durante i confinamenti a casa del 2020, mezzo milione di studenti non è stato raggiunto dalla didattica a distanza (DAD) o per difficoltà di connessione digitale o per mancanza di strumenti tecnologici adeguati o per questioni sociali, come nelle famiglie con profonde sofferenze economico-sociali o impossibilitate ad assistere e tutelare i figli a causa degli impegni di lavoro dei genitori.

 L’art. 3 della Costituzione statuisce che è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana. L’ordinamento della Repubblica stabilisce, a tal fine, che l’istruzione scolastica, oltre ad essere obbligatoria per la durata di almeno dieci anni, è finalizzata al conseguimento di un titolo di studio di scuola superiore o di una qualifica professionale di durata almeno triennale entro il diciottesimo anno d’età. La DAD, già imposta troppo a lungo, rischia pertanto, perdurando oltremisura, di inficiare per larga parte della popolazione scolastica l’affermazione di tali diritti. S’impone dunque, almeno in vista della riapertura delle scuole a settembre dopo la pausa estiva, la totale ripresa delle attività didattiche in presenza per tutte le scuole, mettendo in campo allo scopo tutte le risorse economiche ed umane atte a rimuoverne gli ostacoli.

Interrogo quindi il sindaco per sapere, anche attingendo le informazioni dagli enti competenti:

  1. quali soluzioni o interventi si intendono adottare per rendere possibile la ripresa delle attività didattiche al 100% almeno a partire dal prossimo mese di settembre. In particolare:
  2. quali scuole del territorio non riescono a garantire la presenza degli alunni al 100% a causa degli spazi ridotti o dell’utilizzo dei trasporti al 50%;
  3. se sono state individuate aree libere disponibili da occupare con moduli prefabbricati o comunque con strutture rimuovibili, oppure immobili già esistenti, per rendere possibile l’ampliamento degli spazi resosi necessario;
  4. se si è valutato di installare nelle aule scolastiche impianti di ventilazione meccanica per favorire un salutare costante ricambio dell’aria in ambienti chiusi;
  5. quali interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria siano programmati da parte del Comune e della Provincia sugli edifici destinati a scuole di ogni ordine e grado al fine di rendere possibile la presenza al 100% degli studenti in condizioni di massima sicurezza;
  6. quanti mezzi di trasporto sarebbero necessari per garantire tale presenza, e comunque quali siano gli investimenti effettuati o previsti per l’acquisto di nuovi mezzi o per la stipula di convenzioni con ditte private.