La Federazione CIMO-FESMED ha appreso con sconcerto e indignazione la notizia relativa alla mancata approvazione da parte del Senato della Repubblica del subemendamento al decreto legge sulla proroga dello stato di emergenza che prevedeva la creazione di un fondo da destinare alle famiglie dei medici scomparsi a causa del Covid-19.
«Dinanzi all’ennesimo voltafaccia del Parlamento, incapace di passare dalle parole a riconoscimenti concreti per il personale sanitario, abbiamo deciso di indirizzare una lettera aperta al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nella speranza di poter ottenere un concreto segnale di vicinanza dello Stato al personale sanitario» dichiara il Presidente della Federazione Guido Quici.

Intanto, è stata lanciata su change.org una petizione, che in poche ore ha già ottenuto centinaia di consensi, per chiedere al Parlamento di provvedere a risarcire adeguatamente non solo le famiglie dei medici morti per Covid-19, ma anche quelle di tutti i sanitari deceduti a causa del virus.

Nei prossimi giorni, inoltre, in occasione della seconda Giornata nazionale del personale sanitario, sociosanitario, socioassistenziale e del volontariato, il sindacato CIMO consegnerà al Presidente della Fondazione ONAOSI – Opera Nazionale Assistenza Orfani Sanitari Italiani – quanto raccolto dalla vendita del libro “Giuro di non dimenticare”, un’iniziativa adottata qualche mese fa per garantire un supporto ai figli dei medici che hanno perso la vita lottando contro il Covid-19.

«Nel nostro piccolo vogliamo mostrare quel sostegno tangibile alle famiglie dei tanto acclamati “eroi” negato già ben due volte dalla politica – conclude Quici -. Delle sole parole purtroppo non sappiamo più cosa farcene».

 

“Lettera aperta al Signor Presidente della Repubblica, Prof. Sergio Mattarella

illustre Presidente, Apprendiamo con sconcerto e indignazione la notizia relativa alla mancata approvazione da parte del Senato della Repubblica del subemendamento al decreto legge sulla proroga dello stato di emergenza che prevedeva la creazione di un fondo da destinare alle famiglie dei medici scomparsi a causa del Covid-19. Proprio quei medici, Signor Presidente, che lo scorso 3 febbraio, in occasione del Suo Giuramento, Lei ha ricordato come un esempio da seguire per costruire l’Italia del dopo emergenza. Un passaggio delSuo apprezzatissimo discorso a cui il Parlamento ha dedicato un lungo e commosso applauso.Ebbene, a pochi giorni di distanza, quegli applausi cadono nel vuoto. Al contrario, vengono ancora una volta voltate le spalle ad una categoria che negli ultimi anni tanto si è sacrificata per tutelare la salute dei nostri concittadini, dimostrando un encomiabile spirito di abnegazione e un altissimo senso del dovere. Il 20 febbraio p.v., verrà celebrata la seconda Giornata nazionale del personale sanitario, sociosanitario, socio assistenziale e del volontariato. Una giornata, anche in questo caso, istituita dal Parlamento come segno di riconoscenza e ringraziamento, per onorare il nostro lavoro, il nostro impegno, la nostra professionalità e il nostro sacrificio nel corso della pandemia tuttora in corso. Una Giornata durante la quale si rincorreranno interventi dei partiti politici, immagini celebrative e iniziative di ogni genere.Azioni che strideranno ancor di più dinanzi a questo ennesimo fallimento del Parlamento italiano, incapace di passare dalle parole ai fatti.Eppure il Parlamento conosce bene il profondo malessere degli operatori sanitari, il diffuso senso di stanchezza fisica e psicologica che rasenta il confine dello sfinimento, l’evidente percezione di rassegnazione e abbandono che rischia di trasformarsi in rabbia. Nei giorni scorsi la Federazione sindacale CIMO-FESMED, che mi onoro di presiedere, ha diffuso i risultati di un sondaggio che ha fotografato lo stato d’animo dei colleghi che lavorano negli ospedali pubblici. I dati emersi avrebbero dovuto allarmare le Istituzioni sul futuro del SSN pubblico, universalistico e solidaristico, atteso che il 72% dei medici sarebbe infatti pronto a dimettersi dalla struttura in cui lavora per accettare una diversa opportunità professionale lontano dal nostro SSN. Ma, intanto, oggi contiamo centinaia di colleghi che hanno perso la vita per salvarne altre e, di fronte ai “furbetti” del bonus o del reddito di cittadinanza, il diniego del Parlamento ad un riconoscimento tangibile per i familiari dei nostri morti è, per noi sanitari, uno “schiaffo” che non possiamo accettare.
Prendiamo atto che i nostri appelli sono rimasti inascoltati ed è proprio per questo motivo che ci rivolgiamo a Lei, Signor Presidente, consapevoli della Sua sensibilità su questi temi, proprio nella speranza di poter ottenere un concreto segnale di vicinanza dello Stato al personale sanitario.Signor Presidente, siamo davvero indignati e disorientati. Nelle ultime ore abbiamo lanciato una petizione online per chiedere al Parlamento di tornare sui suoi passi e, nel suo piccolo, la CIMO provvederà a consegnare al Presidente dell’ONAOSI (Opera Nazionale Assistenza Orfani Sanitari Italiani) i proventi della vendita del libro “Giuro di non dimenticare” per garantire un sostegno economico ai figli dei sanitari deceduti per Covid-19. Il nostro dovere deontologico rimane il nostro faro e non sarà mai disatteso, ma dinanzi a quest’ultimo atto del Senato non possiamo rimanere silenti.”