“Definire in poche righe Piero Angela non è semplice, si rischia la banalità. La sua storia di giornalista e divulgatore ha rafforzato l’approccio di molti connazionali verso la conoscenza dell’ambiente, della biodiversità, delle minacce alla quale è sottoposta e delle misure da mettere in atto per la sua conservazione. Le sue trasmissioni erano da tutti ascoltate, e soprattutto comprese. Riusciva a tradurre terminologie complesse in parole semplici. Il motivo di questo successo sta tutto nel saper “divulgare”. La divulgazione non è in antitesi alla scienza, ma è lei stessa scienza.

Ricordo a tal riguardo una sua affermazione che pienamente condivido “… per divulgare 1 correttamente, occorre conoscere 10”.  La scienza parla agli addetti, la divulgazione alle gente, a molti se non a tutti. Questa “qualità” appartiene a pochi, e in questo Piero Angela era un indiscusso campione. Occorre saper dosare nella giusta misura concetti semplici, evitare linguaggi ostici, il tutto senza stravolgere il vero significato dei messaggi che si vogliono esprimere. Oggi gran parte delle persone vicine ai temi ambientali hanno goduto ed imparato nel vedere ed ascoltare le sue trasmissioni. La scelta del suo staff di collaboratori e dello stesso figlio Alberto sono indubbiamente di alto livello: da oggi sono chiamati ad una missione responsabile, importante, alla quale, mi auguro, la RAI e i media sapranno fornire il necessario sostegno, la missione è quella di mantenere acceso quel lume.    

Incontrai Jean-Paul Fitoussi all’Università privata Luiss di Roma, dove lui teneva un insegnamento sulle “Relazioni internazionali”. L’incontro aveva lo scopo di comunicare la decisione di CerviaAmbiente nell’assegnare a lui il Premio, verificare il suo interesse, e definire alcuni dettegli sui tempi a sul contenuto della sua lectio magistralis che di lì a pochi giorni avrebbe dovuto tenere. Con mia sorpresa l’incontro avvenne nel rettorato di quella prestigiosa Università, tra i presenti il Rettore e alcuni docenti. Ci teneva, CerviaAmbiente si era già affermata, la celebrità dei Premiati lo avevano colpito.

La vera discussione, messi da parte i preliminari, avvenne poi nel suo studio in un’adiacente palazzina. Tra le altre cose il focus dell’incontro cadde sull’apparente contrasto con l’economista, anche lui francese, Serge Latouche, teorico della “decrescita serena”. Latouche metteva in discussione come l’economia, così intesa, potesse basarsi solo con l’aumento del PIL. Un approccio per lui insostenibile sotto i profili ecologico e sociale perché destinato a scontrarsi con la limitatezza delle risorse. Adottare quindi misurate forme di decrescita per evitare prospettive distruttive. Su questo Fitoussi poneva dubbi, vedeva al contrario una approccio dove solo dal “governo delle emergenze” potessero prendere forma azioni e misure capaci di affermare la sostenibilità senza dover incorrere in alcuna decrescita. Il traguardo per entrambi era lo stesso, si distingueva il metodo. 

Il Premio Cervia Ambiente, istituito nel 1973 a favore di studiosi, ricercatori, città, istituzioni scientifiche distintesi sulle tematiche di carattere ambientale, è stato conferito, tra gli altri, a scienziati di fama mondiale come Barry Commoner, Jacques Yves Cousteau, Konrad Lorenz, ad economisti come Jean Paul Fitoussi e Vandana Shiva, poi a Sting per la sua Rainforest Foundation e Carlo Petrini per Slow Food.  Generando quindi grande attenzione sui temi ambientali e gettando le basi della cosiddetta “citizenscience, concetto riconosciuto a livello accademico e considerata una scienza partecipata, in cui i cittadini diventano parte integrante del processo scientifico e della stessa “green economy” in cui lo sviluppo economico viene strettamente legato con particolare attenzione all’impatto ambientale.”

Attilio Rinaldi, Presidente Centro Ricerche Marine e Cervia Ambiente